25 aprile 2011

Birthday girl... un par di palle.

Oggi è Pasquetta (in macchina con Luca ci interrogavamo sul significato religioso di questo giorno che, di sicuro, non poteva essere stato istituito solo per riprendersi dall'abbondante pasto del giorno prima, anche perché non è che a Pasquetta stai proprio a digiuno, per dire. Va beh, comunque. Il nostro interrogarsi è durato molto poco e quando sono arrivata a casa ho cercato su internet. Mistero risolto).
Oggi è anche il giorno della Liberazione. Su questo direi che sono preparata, il mio amatissimo nonno non perdeva occasione per ricordarmelo.
Oggi, tra l'altro, è anche il mio compleanno. Posso essere superificiale e dire che nella mia personalissma classifica il mio compleanno viene al primo posto? Ebbene sì, lo sono. Eppure constato con mestizia che non per tutti è così. No, non solo per quelli che considerano il matrimonio di William e Kate più importante del mio (si, lo so, vi sembrerà assurdo ma c'è chi davvero lo pensa!). Ma anche per i miei stessi genitori, i quali devono aver scordato fino alle 19.38 di aver dato alla luce una figlia 28 anni or sono (e che figlia, tra l'altro). 


E comunque eccomi qua, mentro spengo la mia ventisettesima candelina. Sì, ho barato. Che tanto nella foto dimostro si e no dodici anni. E un pochetto, son sincera, me ne dispiaccio.
È la solita storia: chi ha i capelli ricci li vuole lisci e viceversa. Ma io non dico che vorrei essere come la Tatangelo e sembrerà 'na vecchia che ha bisogno di quintalate di trucco in più e una manciata di sopracciglia in meno per sembrare decente. Vorrei semplicemente non ritrovarmi in questo corpo che, lungi da farmi sembrare anche solo un pochino donna, mi fa confondere con le mie alunne, durante l'intervallo, nei corridoi.
Credo che al di là della fisicità, che sicuramente gioca un ruolo fondamentale, il problema sia in realtà più una questione di fiducia in sé stessi e nella percezione che ho di me. Vivo in una costante contraddizione.
Faccio fatica a vedermi indipendente e autonoma, anche se ormai questo è il secondo compleanno che passo fuori casa.
Non mi capacito di essere in grado di mandare avanti la vita di tutti i giorni: affitto, bollette, spesa, bucato con il solo aiuto di Luca.
Non riesco a vedermi da fuori mentre vado al lavoro, entro in classe e cerco di spiegare quanto sia fantastico e ingegnoso che qualcuno parta per la luna in groppa ad un Ippogrifo per recuperare il senno di qualcun altro. Perché cacchio, lo è!
Va da sé che l'idea di diventare moglie tra poco più di due mesi, mi sembra uno scherzo. Ma chi mi crederà quando dirò: "Si, mio marito....". Ahahaha, siamo mica a carnevale.
Ma nonostante quest'idea di me, nonostante, si è detto, anche fuori io continui a sembare una liceale, pure di quelle sfigate considerato le fanciulle che popolano oggi le scuole superiori, io dentro mi sento un pochino grande. 
Mi sento di aver fatto dei passi avanti e mi sento di volerne fare ancora tanti, importanti. Mi sento soddisfatta dei traguardi che raggiungo ogni giorno: l'esame superato, un genitore che mi dice "Speriamo ci sia ancora lei il prossimo anno", Luca che si complimenta che come li faccio io i piselli con la pancetta nessuno mai (voi, menti malate, non leggeteci nulla di perverso in questo).
Ma gli altri, cosa vedono quando mi vedono? Perché ho sempre la sensazione che riescano a percepire solo un millesimo di quello che sono? E lo so che tutto questo poco importa, che chi vuole approfondire non si ferma di fronte a quel millesimo, ma sono curiosa e vorrei sapere. Vorrei sapere perché traspare sempre e solo il mio lato fragile, debole, buffo e superficiale e mai quello tenace, che non si arrende, che tira fuori le palle, che non si fa mettere i piedi in testa.
E niente, paranoie di una neoventottenne. Portate pazienza.

3 commenti:

  1. Traspare ciò che in fin dei conti tu vuoi che emerga..
    Con l'abito bianco starai davvero molto bene. Ti auguro tante belle cose.

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  2. Anonimo, palesati. Perchè ho l'impressione di sapere chi tu sia. Confermi?

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  3. Ti capisco anche troppo bene, e ti abbraccio, perché la ricetta per crederci davvero che nel nostro piccolo siamo veramente grandi, di preciso non ce l'ho neanch'io! :D
    E buon compleanno, ovviamente, anche se parecchio in ritardo! :*

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