8 ottobre 2010

La ragazza delle ultime volte.

Alzo la mano: presente, sono io. La ragazza delle ultime volte.
Ho una buona memoria per i dettagli, quelli insignificanti che la maggior parte delle persone trattiene per non più di qualche secondo nella memoria. I miei occhi invece registrano, il nastro viene inciso, il cuore è fottuto.
Devo ammetterlo, però: raramente ricordo le prime volte. I confini dei veri ricordi sbiadiscono e i colori si confondono con quelli dei ricordi che io ho creato, col senno di poi. Così non vale.
C'è una cosa, però, nella quale sono imbattibile: le ultime volte. E non parlo solo di quelle annunciate, ma anche di quelle che ad un primo sguardo non hanno assolutamente l'aria di essere un "the end". Temo sia per colpa del mio sfrontato amore per la malinconia, il mio desiderio irrefrenabile di crogiolarmi in quello che è stato e mai più sarà. (Inutile tentare di rendere il tutto molto poetico e romantico, perché so benissimo che il mio primo ricordo di un'ultima volta è di quella domenica in cui papà se n'è andato di casa, l'ultima trascorsa insieme appunto). Ma tant'è!
Ho una vastissima collezione di ultime volte e non mi vergogno di ammettere che spesso ne creo nella mia fantasia che sembrano quasi la fine di un film. Le mie ultime volte sono popolate da avvenimenti importanti, piccoli gesti, sguardi, parole, persone, abitudini che cambiano. Ogni più piccolo distacco per me è un dolore profondo.
E' con quest'animo che sto affrontando il trasloco. Sposto scatole, zaini stracolmi, compro la lavatrice, metto il nome sul citofono ma in realtà per me non è mai un inizio.
Per me sarà l'ultimo bucato in questa casa, l'ultimo film visto abbracciati insieme sul divano, l'ultimo rientro a casa con l'asino Camillo ad aspettarci, l'ultimo tramonto fotografato dal giardino, l'ultima volta che faremo l'amore in questo letto, l'ultima colazione, l'ultima volta che prendermo questa strada per andare al lavoro.
Per la prima volta condivido ogni piccolo particolare di quest'ultima volta con qualcuno. Mi sento più tranquilla per questo: dove la mia memoria fallirà avrò le sue parole ad accarezzarmi.
(E vi chiedo scusa per l'eccessiva mielosità che vi propino in questo periodo ma, alcuni di voi lo sanno, non posso proprio farne a meno).

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