Si parlava, con amici di web, di quelli che un tempo facevano le cassette per le persone speciali, ma che non ne ricevevano quasi mai. Di quelli che hanno scritto e scriveranno tante lettere (personalmente in blu, se possibile su fogli a quadretti piccoli), ma di risposte... Poche.
Ci penso e mi chiedo che cosa mi sono persa, se invece di passare i pomeriggi a scegliere la scaletta delle canzoni avessi proposto "Vediamoci alle tre in piazza", se invece di mettere nero e su bianco, avessi provato a parlare.
O avessimo, provato a parlare.
Noi non ci conosciamo. Penso ai giorni
che, perduti nel tempo, c’incontrammo,
alla nostra incresciosa intimità.
Ci siamo sempre lasciati
senza salutarci,
con pentimenti e scuse da lontano.
Ci siam rispettati al passo,
bestie caute,
cacciatori affinati,
a sostenere faticosamente
la nostra parte di estranei.
Ritrosie disperanti,
pause vertiginose e insormontabili,
dicevan, nelle nostre confidenze,
il contatto evitato e il vano incanto.
Qualcosa ci è sempre rimasto,
amaro vanto,
di non ceduto ai nostri abbandoni,
qualcosa ci è sempre mancato.
(C'è sempre mancato qualcosa - V. Cardarelli)
E invece non hai perso niente, anzi. La prima volta che ho fatto un cd ad Andrea è stata un'emozione stupenda. Cercare le giuste canzoni, ispezionare i testi fino all'ultima parola, assaporare l'importanza di quello che gli stavo comunicando. Fisicamente non era con me, ma lui c'era eccome. Non ho avuto un cd di risposta, ma ho avuto amore. Tanto. Quanto sarebbe stato più sterile dire "andiamo a cena fuori"?
RispondiEliminaa parte che io ti ho sempre risposto.... :)
RispondiEliminapoesia bellissima!
Accidenti Arianna: ma hai la bacchetta magica, per caso? Ho trovato in questi pochi versi tutto ciò che avrei voluto dire con tante perole inutili, inutili gesti - talvolta piccoli, talaltra plateali..... Accidenti Arianna... Sì, hai sfoderato per me una bacchetta magica
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