18 agosto 2010

Della sindrome di Alice nel paese delle meraviglie

Non fatevi ingannare dal titolo: nessuna tana in cui cadere, nessun coniglio da inseguire, nessuna avventura fantastica. Da quando avevo sedici anni soffro di emicrania con aura, una simpatica eredità genetica (gentile concessione dalla signora madre) che mi farà compagnia fino, si dice, alla menopausa. E che è venuta a farmi visita all'improvviso ieri sera.
Non sto a spiegare nei dettagli che succede (ci scrissi la tesina della maturità, spiegando cosa accadeva a livello chimico e fisico nella testolina), anche perché al di là delle caratteristiche generali, ogni emicranico ha le sue specialità. Anzi, ogni attacco è diverso dagli altri. In poche parole: improvvisi disturbi visivi (campo visivo ridotto, catene di figure luminose che offuscano la vista), ripresa della vista, inizio del dolore accompagnato da ogni ben di dio: disturbo della parola, formicolii vari, nausee, sbalzi emotivi, semiparalisi di varie parti del corpo, fotofobia. Insomma, non ci facciamo mancare nulla.
Non preoccupatevi poi se la conversazione tra due emicranici con aura vi sembrerà il resoconto di un tour de force tra i Coffee Shop di Amsterdam (anche Giovanna d'Arco ne soffriva, è tutto detto). Domande come "Quando ti viene, tu che cosa vedi?", oppure "Hai sentito lui che cosa vede? Stupendo!" sono nella norma. Già, perché a quanto pare ognuno, nei suoi momenti di disturbo visivo, vede delle lucine diverse. Io sono passata da dei codici a barre intermittenti a delle catene di triangoli, sempre intermittenti, che si rincorrono. Mia mamma vede forme ancora diverse, alcuni abbandonano la geometria e ci vedono persone e personaggi veri e propri. Si dice che Lewis Carrol abbia scritto Alice nel paese delle meraviglie proprio ispirandosi alle percezioni visive che aveva durante la fase di aura degli attacchi e lo stesso, pare, abbia fatto de Chirico per alcune sue opere.
Non posso che ripensare a quella volta che in macchina, durante un attacco, ho visto l'omino del semaforo per i pedoni farmi ciaociao con la manina. Forse se invece di prendermi la pastiglia e mettermi a letto ci avessi lavorato su, a quest'ora nei cinema ci sarebbe un film di animazione sul mio omino e non su Shrek. Che occasione sprecata...non mi tocca che aspettare (il più a lungo possibile, si spera) la prossima visita improvvisa.

1 commento:

  1. ecco brava, mi hai rubato il post. SE il nostro piano fosse già iniziato, avremmo potuto scriverlo insieme...beh non è troppo tardi!

    ho avuto un attacco giusto ieri: giornata ideale per prendere il sole, io l'ho passata in camera al buio. senza giraffe, questa volta, ma ho fatto morire il papa.
    oggi solo strascichi.

    adesso ti mando una mail che mi è venuta un'idea. baci.

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