11 febbraio 2019

Fine delle intermittenze

Era il 2006.
Sfogliando non ricordo quale giornale inciampai in queste poche righe che sentii subito mie.


                                                                                                                                                                                   Allora ho detto basta: il problema del padre me lo risolvo da sola. Accetto quest'assenza, smetto di subirla. Ma, se a lui non ho più chiesto niente, è ancora difficile non domandare a tutti gli altri uomini di risarcirmi, di essere loro amanti, mariti, fratelli, padri, a non affidare a loro la mia vita, e a prendermi la mia parte, a non avvertire, in ogni intermittenza d'amore, il presagio di un imminente abbandono.

Sono passati 13 anni.
Poco è cambiato. Le intermittenze d'amore mi mettono sempre una grande (comunque, lo so, immotivata) paura.

Forse di nuovo c'è che ho davvero deciso di risolverla da sola. Forse di nuovo c'è che allora non sapevo cosa volesse dire essere un genitore e ora invece si. Non che io sappia fare il genitore, ma so, da figlia, che cosa vorrei e non vorrei per loro. E più di tutto vorrei che non rimanessero senza risposte, che non si sentissero in colpa, che non avessero dei dubbi sulle ragioni che stanno dietro alle mie scelte e alle mie decisioni. Vorrei che si sentissero amati sopra tutto, senza sentire la dolorosa necessità di dovermi dimostrare qualcosa. La loro stessa presenza è per me la dimostrazione più grande. 

Quello che per loro però non posso fare è assumermi le responsabilità di altri, non posso dar loro risposte che neanche io ho avuto. Spero che possano non farsi scalfire da questo, spero che abbiano preso dal loro papà l'impermeabilità a ciò che non porta nulla di buono, la sua concretezza; la sua capacità di non soffermarsi a contemplare le macerie e di rimboccarsi le maniche per costruire qualcosa di nuovo. Io probabilmente non imparerò mai davvero a farlo, porterò sempre dentro di me un piccolo focolaio di rassegnata malinconia, ma loro no. Questo ho imparato e questo voglio: loro no. Da me loro avranno sempre la loro parte, senza bisogno di chiederla, senza bisogno di risarcimenti.

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