29 luglio 2010

Esami il 29 di luglio, però, mai più.

Sveglia alle 5.30, treno vuoto, tram vivibile, palazzo nuovo: il deserto dei Tartari. Quelli sul tram con me in pratica davano tutti il mio stesso esame, stupendo.
Aula rovente, professore in ritardo, appello eterno. Già perché lui è il presidentedelcorsodilaurea, per cui oggi si sostenevano sei appelli tutti suoi (o integrati). Devo dirlo? Il mio era ovviamente l'ultimo. Ma io era la prima, degli ultimi.
Lui e i suoi quattro validi assistenti, tre dei quali hanno quasi di sicuro la mia età, prendono i vari fogli e ci smistano. "Antropologia specialistica con me e con il prof. C.". Ci sto. Due possibilità: la 1 o la 2?
La 1 è lui, il presidentedelcorsodilaurea. E' la seconda volta che lo vedo, essendo non frequentante. Un ometto tra i sessanta e i settanta, occhiali, gilet da pescatore, all'apparenza innocuo.
La 2, invece, l'assistente Prof. C. Anche lui visto una sola volta in precedenza. Giovane, belloccio (più che altro convinto di esserlo), capellone tipo Sgarbi ma un po' più mosso, ogni due secondi a sistemarsi il ciuffo, odore forte di sigarette. Dalla sua borsa aperta sul tavolo ho visto spuntare sacchetti di alterigia e boria, fresche fresche di giornata. Devo dirlo? Mi ha chiamata l'assistente.
Mi siedo. Spiego che sono non frequentante e che oltre al testo comune avevo altri due testi. Mi chiede i titoli.
"Altre forme di umanità e Se questo è un uomo". Prende in mano quest'ultimo.
"Ahahaha".
Basita. Osservo quel suo sorrisino spocchioso e glielo chiedo:
"Mi scusi, ma che cosa la fa ridere?" (la versione filtrata di "Ma che cazzo ti ridi?").
"No, niente così. E' che il prof. R. mette sempre dei titoli così particolari tra i testi per l'esame. Mi dica, l'ha scelto perché era il più corto?"
"L'ho scelto per svariati motivi, in realtà. Il principale, però, è che mio nonno è stato prigioniero nel campo di Dachau. I suoi racconti hanno sempre riguardato le due fughe, mai la vita nel lager. Ogni volta che rileggo questo libro cerco le risposte a quelle domande che non ho mai osato fare, le stesse risposte che lui forse non mi avrebbe mai comunque dato. Inoltre credo che per un corso il cui tema principale è l'antropologia della persona, questo sia un testo fondamentale".
"Ah, ok".
Mi ha interrogata per circa un quarto d'ora, fissandomi dritto negli occhi e fissandomi dritto le tette. Ma forse era talmente concentrato a sistemarsi i capelli che non si è neanche accorto che io le tette non le ho.
"Signorina, 28?". Prendo e porto a casa.

(Il ritorno in treno è stato allietato da un ragazzino, sui dodici anni, messo sul treno dalla nonna. Dopo averla salutata con la manina, Sancho Panza si è seduto, ha aperto un sacchettino sicuramente confenzionato dalla lacrimosa signora sulla banchina, ha tirato fuori una confenzione da otto wurstel, l'ha aperta coi denti e se li è mangiati tutti. Era il treno delle 11.25. E' sceso ad Ivrea alle 12.30. C'era proprio bisogno di questo spuntino?).

P.S. Comunque il libro l'ho scelto un po' anche perché era corto. Ma solo un po', eh.

2 commenti:

  1. Bravissima!
    Almeno tu hai penato per qualcosa! A me la stronzona ha bocciato ancora con un'interrogazione peggiore della prima...

    Ma va beh...
    Adesso siamo in vacanzaaaaaaa

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  2. complimenti!!!io dovevo farlo oggi ma alla fine ho mollato tutto....pazienza riproverò a settembre!!!!cmq leggere degli 8 wustel a quest'ora...beh ho un leggero disgusto!;)

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