10 novembre 2015

10 novembre

Oggi Sveva compie 16 mesi. Non una ricorrenza particolarmente significativa, ma da quel 10 luglio 2014 ogni 10 del mese mi strappa un sorriso e una piccola fitta al cuore.



Da tempo vorrei scrivere di lei, di me dopo di lei.
Ogni volta che ci provo però mi sembra di aggiungere solo ovvietà a quell'oceano di luoghi comuni che si dicono parlando dei propri figli, della maternità. E allora desisto.
Da quel 10 luglio sono stata travolta da emozioni che non trovo parole per descrivere neanche a Luca che è il suo papà e che dovrebbe provare, immagino, qualcosa di molto simile. Ogni giorno è un sali e scendi di sensazioni contrastanti: dalle notti insonni in cui mi trasformo in una pazza schizzata che le sussura all'orecchio "Vedrai come sarà brutto non avere un fratellino... perché te lo dico tesoro, per quel che mi riguarda rimani figlia unica", alle sue carezze durante la cena, quando tra un boccone e l'altro posa la forchetta e allunga la mano verso la mia guancia.

Sono passati solo 16 mesi eppure mi guardo indietro e mi sembra di aver commesso già così tanti errori che non basterebbe una vita per rimediare; sono passati 16 mesi e poche rarissime volte ho sentito una vocina dentro di me dirmi "Brava! Il tuo istinto ti ha guidata bene!". Vorrei avere la capacità di non sbagliare mai, di fare sempre la scelta giusta per lei che ora da sola ancora non può scegliere. Ogni mattina mi sveglio sperando di riuscire ad essere una mamma migliore, una persona di cui lei un giorno possa essere orgogliosa.a

Sono passati già 16 mesi e io la guardo e ancora non mi capacito del fatto che lei prima non c'era e adesso c'è, che è stata nella mia pancia per 9 mesi, dentro di me. E ci sono giornate come quella di oggi, per vari motivi emotivamente molto cariche, che l'unica cosa che mi rende davvero felice è abbracciarla, vedere che sta bene e darle un bacio sul naso, come piace a lei.

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