9 marzo 2016

La mediocrità

Avevo un compagno al liceo che faceva una meravigliosa imitazione di Alberto Angela. Durante una delle ultime feste dell'ultimo anno avevamo anche girato alcuni video,  ma purtroppo ci sono passata sopra per registrare delle puntate di O.C. Maledette VHS.

Il mio amico era (è) bello, di quel bello che piace anche alle mamme, di quel bello che ha fatto arrossire la mia vicina di casa, quando è venuto a prendermi col suo maggiolone per andare ad un raduno e mi aspettava in macchina a petto nudo coi capelli al vento. Era (è) bello, dicevo. E anche simpatico, intelligente, autoironico, al tempo stesso sagace e ingenuo in modo disarmante.
Disarmante come quella volta che durante una lezione di filosofia ci ha confidato "Sono un po' preoccupato, temo di essere un mediocre". Era il periodo delle scelte: università o lavoro? Medico o giornalista? Astronauta o ballerina? " Mia sorella è una grande sportiva, io non ho mai raggiunto il suo livello. X ottiene ottimi risultati a scuola senza fare troppa fatica. Y ha imparato a suonare la chitarra da solo ed è bravissimo. Io non so fare niente di davvero sopra la media, per cui sono un mediocre ".
Credo, onestamente, che fossimo tutti troppo distratti per capire fino in fondo quel discorso e lo ricoprimmo di "Ma no, che dici? ", senza dargli troppa importanza. O forse, come nel mio caso, per esorcizzare un po' la paura di essere tutti in fondo dei mediocri.



A distanza di 14 anni, senza poter parlare per gli altri presenti a quella conversazione, posso senza ombra di dubbio affermare di essere una mediocre, io. Non ho mai praticato sport a livello decente, mai suonato uno strumento in maniera impeccabile, mai studiato qualcosa di utile per l'umanità (oddio, forse nemmeno per me stessa), mai scritto un libro sebbene fosse il mio sogno di bambina, dovrò lasciare il mio lavoro che amo perché non sono stata sufficientemente brava da superare l'esame per l'abilitazione, non sono una di quelle mamme creative dalle mille idee fichissime e alternative per far divertire i propri figli.
Sono sempre state banalmente nella media in tutto, mai un eccesso che facesse dire "Va' che brava!", mai un "Meravigliosa!", mai grandi traguardi importanti,eccitanti, mai il primo posto, il podio, la medaglia d'oro. Per certi aspetti me ne dispiace. Mi piacerebbe poter essere orgogliosa di me stessa per qualcosa che non sia "E anche oggi ho preparato una cena commestibile" o "Ho fatto un parcheggio a S che levatevi tutti". Mi piacerebbe che anche gli altri fossero un po' orgogliosi di me. Ma sono anche consapevole del fatto che per non essere dei mediocri ci vogliano impegno, dedizione, sacrificio e niente, io non sono capace neanche di finire la scheda della palestra, lascio sempre un fondo di marmellata e ne apro una nuova, faccio il bucato con tante belle intenzioni e lo stiro dopo due settimane... 
Però c'è anche un però: senza noi mediocri non ci sarebbero neanche le eccellenze, saremmo tutti molto bravi, molto meritevoli e allora dove sarebbero la soddisfazione, l'orgoglio, la ricompensa per le proprie fatiche?
Ok, non ci credo neanche io, ma in qualche modo devo trovarmi delle giustificazioni per potermi guardare allo specchio senza pensare che faccio un po' schifo, per sperare che, come adesso, io rimanga agli occhi di Sveva, anche quando davvero capirà, una persona speciale.

Il mio amico comunque ora vive a Parigi e ha una sua compagnia teatrale con cui gira il mondo. Ci siamo incrociati poco negli ultimi anni, ma posso dire con certezza che è ancora bello, intelligente, sagace e di sicuro neanche lontanamente associabile al concetto di mediocrità.

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