5/11/2002. Torino. Vento. Buio. Luci arancioni. Sgaurdi. Voci. Sorrisi. Le mie mani screpolate e la tua giacca a vento. L'attesa. E poi, come se fosse passato un secondo, la tua partenza. Quella strada, quel bacio, quelle parole. Quelle parole così piccole, quanto rumore hanno fatto quando sono esplose.
5/11/2003. Milano. La tavole delle lezione a cui eri appena stato. Le scale della metropolitana, fermata Loreto. L'angolo del palazzo dove c'è la panetteria. Le tue dita che cercano le mie, senza esitazione. L'ascensore rosso. L'interruttore della luce. Il parquet rovinato. Queste sono le sole immagini che ho di quel giorno. Non ci sono rumori, persone, sfondi. Come se, prendendoci per mano per la prima volta, avessimo creato attorno a noi un enorme scudo trasparente.
5/11/2009. Aosta. Quelle parole così piccole esplodono ancora con la stessa incredibile forza. Lo scudo attorno a noi c'è ancora, niente l'ha scalfito.
..penso all'effusione
di un abbraccio rapito ai dispetti del tempo,
a un amore caldo
come il raggio di luna degli innamorati.
E quando la luna verrà sarà la stessa di allora?
Quella che di noi farà di nuovo una cosa sola?
(M.K. - E poi il buio)
di un abbraccio rapito ai dispetti del tempo,
a un amore caldo
come il raggio di luna degli innamorati.
E quando la luna verrà sarà la stessa di allora?
Quella che di noi farà di nuovo una cosa sola?
(M.K. - E poi il buio)
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