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5 novembre 2012

Un terzo di vita.

Era Torino.
Era una Torino ancora sconosciuta per me, fredda e umida.
Era una Torino inaspettatamente bella e complice. I tram, la stazione, i portici, le mani infreddolite, il quinto piano di casa mia e poi ancora scale e strade e luci e tram e l'autunno. 
Era Torino d'autunno. Non poteva che essere autunno.
Un terzo di vita fa ho detto "Ti amo" e poi non ho più smesso.
Un terzo di vita, a quasi trent'anni, è davvero un sacco di tempo.
Ci abbiamo messo dentro di tutto, come in una valigia troppo piccola. Perché dieci anni, a noi, non bastano mica.

Ogni 5 novembre torno a quel 5 novembre, ai miei capelli corti, proprio come ora, ai miei pantaloni troppo larghi e ai miei maglioni troppo caldi. Torno in quella strada di Torino, che ho ripercorso, dopo, ancora mille altre volte. Torno a quel cancello, su quel gradino, a noi due che ci baciamo e bisbiglio: "Fallo, diglielo. Ti cambierà la vita".

Era Torino, poi sono state Milano, Aosta, Barcellona, Firenze, Parigi, Londra, Istanbul, Reykjavik, il mare e la montagna,  la neve e poi il sole,  la neve e il sole insieme,  il giorno e la notte, gli Smashing e i Marlene, i REM, i Muse, i Placebo, i Sigur Ros.
Poi è stata casa, casa nostra.
Prima, prima di tutto però, c'è Torino fredda e umida, bella e complice. I tram, la stazione, i portici, le mani infreddolite, il quinto piano di casa mia e poi ancora scale e strade e luci e tram. 
Un terzo di vita è davvero un sacco di tempo. 





11 giugno 2012

Dreams into plans.



Cioè, mica vero. Io ci sto lavorando.
E questa botta di ottimismo durerà fino al prossimo imprevisto.
Però a volta bastano certe parole, qualche abbraccio, un sorriso e la persona giusta perché tutto sembri più semplice, più facile, più vicino. 
Magari i cant's ci metteranno un po' a diventare dei cans, ma i nostri sogni sono dei piani. Mica poco.


8 giugno 2012

Trovare un senso all'inutilità.

L'anno scorso siamo stati a Londra a capodanno.
 (Con attacco di emicrania con aura alle 23.10 del 31 in mezzo a Trafalgar Square, yeah!)


Poi a marzo abbiamo avuto l'occasione di andare con mio papà, sua moglie, mio fratello e mia cognata a Istanbul. Erano anni che non andavo in vacanza con (parte della) mia famiglia. 


Per concludere a luglio c'è stato il viaggio di nozze e non c'è molto da dire. Facce dubbiose e una sola domanda:
"Ma perché non andate alle Maldive come tutti?"
Perché l'Islanda è, secondo me, come dovrebbe essere il paradiso. Non sono mai stata cosi felice in nessun altro posto al mondo.


Quest'anno niente soldi, ergo niente viaggi. Mi dispiace, ovvio, ma forse è meglio così.
Sono stanca, fisicamente e mentalmente.

Sono stanca di studiare per quei pochi esami che mi mancano per avere finalmente il titolo abilitante. Sono stanca di non sapere cosa ci sarà dopo tutto questo sbatti: dovrò aspettare altri seimila anni per provare ad accedere al tfa? Passerò mai quella maledetta preselezione?

Sono stanca dell'ambiente pesante a scuola, di dover discutere, di dovermi difendere, di dover dimostrare. Ho sempre fatto il mio lavoro e non ho mai rotto i coglioni a nessuno, ma se a scuola non insegni da 30 anni per i colleghi sei solo la giovane precaria che ha manie di grandezze, che non capisce le dinamiche. Le possibilità che il prossimo anno io ritorni in quella scuola sono pari a zero. Sarò scorretta, ma spero che arrivi qualcuno di davvero incompetente e incapace che faccia pensare a qualcuno "Forse alla fine Arianna non era così male".

Sono stanca di persone che cambiano, delusioni, amicizie che finiscono. Sono stanca di dover sembrare io quella strana, mediocre, banale solo perché il mio sogno continua ad essere la famiglia del Mulino bianco. Io voglio una vita normale: una casa, un marito, un figlio. Se a 29 anni per qualcuno è "triste" o "da pazzi", amen. Nessuno vi ha chiesto la benedizione. Per fortuna però qualcuno capisce, qualcuno condivide, qualcuno non condivide, ma mi vuole bene e mi rispetta comunque.

Quindi niente, l'unica cosa che vorrei per quest'estate è stare con mio marito, fare qualche passeggiata in montagna, non dovermi circondare di persone false e negative.
E stare con mio marito. Tanto tanto tempo insieme, soli io e lui, tutti puccipucci e ciccipù (che poi non è vero perché dopo cinque minuti di puccipucci ci rompiamo le palle e ciao solecuoreamore, torniamo i soliti cretini).
L'ho già detto stare con mio marito? Che lo amo mille ♥


1 marzo 2012

"Ciao, sono caduta". Seguono risate.

Poi ci sono i giorni così.
Ti svegli il tuo giorno libero e fai seimilaeventordici cose che avevi accumulato: vai a farti tagliare quelle simpatiche doppie punte che ormai avevano una vita loro e avevano anche già deciso di farsi un profilo su facebook per scherzarti; lavi la macchina perché l'ultima volta è stata...luglio 2010?; compri le cartucce per la stampante, fai un po' di spesa, saluti i cuginetti svedesi in visita che sono dei piccoli amorini, prepari un pranzo mica male (pollo con cipolle, speck e birra+riso basmati), fai foto tessere, compri marche da bollo, passi da Madreh. Poi, mentre sali canticchiando per le scale di casa tenendo a destra  la borsa, il cappotto che hai tolto perché "Ciao, è primavera!", un'orchidea, un catalogo sotto l'ascella e nella sinistra le chiavi pronta per aprire...bam! Cadi. Al rallentatore. In quuueeeiiii luuuunghiiiissssimiii seeeecoooondiiii peeeeennnssssiiiii:" Mollo l'orchidea? No, cazzo. È una delle dodici che ci hanno regalato per il matrimonio e che sono ancora divise tra casa di Madreh e di Suocera, la prima che porto nella casa nuova. La faccia o il ginocchio? La faccia o il ginocchio?". Ecco, il ginocchio. Ho deciso che era meglio zoppa ma con un bel sorriso e il naso dritto.

E quindi niente, mi sono disintegrata la rotula sul gradino di marmo. Sono cose belle. Pare che ci sia un piccolo versamento, un po' di gonfiore, un male porcissimo.  Si sopravvive. E poi insomma, l'altra sera Via col vento ce lo siamo sparate tutte: domani è un altro giorno.

E infatti...questa mattina pronta per uscire non ho trovato le chiavi della macchina. "La bici!", poi mi sono ricordata del maledetto ginocchio e quindi sono andata a piedi. Sono arrivata a scuola che ero pronta per entrare in doccia. Invece ho dovuto litigare con il segretario. Spiace, perché io a scuola, nella classifica "I prof di una certa importanza" sono la ruota di scorta dell'ultima ruota del carro. Però il mio lavoro lo faccio bene e mi prendo sempre le mie responsabilità. Le mie. Quelle degli altri se le prendessero loro, ecchecazzo.

Poi la giornata ha avuto la sua meritata svolta.
Vi risparmio tutta quella dovizia di particolari degli innamorati, mi limito a: giornata di sole, un breve viaggetto, amore tanto amore di marito, passeggiata manonellamano, gelato da Grom, canzoni e balletti in macchina, tanti baci. Tanto amore.

9 giugno 2011

Meno. Un. Mese.

Tra un mese esatto,
(non ancora a quest'ora perché noi siamo pigroni e abbiamo deciso per il pomeriggio),
ci sposiamo.
Questi sette anni insieme sono volati 
e sono stati senza dubbio i più belli, intensi e felici della mia vita.
Non vedo l'ora di iniziare questa nuova avventura.

(La nostra prima vacanza insieme,
Barcellona, agosto 2004)


22 ottobre 2010

Del matrimonio #1


Piccole cose che ho imparato in questo primo mese e mezzo da "promessa sposa":
quando decidete di comunicare a parenti e amici che vi sposate, non perdete tempo ad immaginare le loro reazioni. Un buon 90% vi sorprenderà. Tra le migliori reazioni si ricordano:
    - al terzo posto: "Ahahah!! Avete sempre voglia di scherzare!". Va bene, ci ha fatto ridere. Ma quando devi assumere un'aria serissima e giurare e spergiurare per convincere la persona che hai davanti, non fa più tanto ridere.
    - al secondo posto: il silenzio. Non una parola. Imperturbabile, inequivocabile, innaturale silenzio. Tipo 24/28 ore di rumore alcuno.
    - al primo posto: "Eccheccazzo!". Il disappunto nasce dall'impossibilità di prenotare le ferie per il mese in cui abbiamo deciso la fatidica data. Nessuno ti obbliga a venire, sallo.
(Ovviamente la storia delle reazioni inaspettate funziona anche al contrario: ringrazio quindi di cuore chi, vicino e lontanto, mi ha fatto sentire il proprio affetto, la propria commozione e il proprio entusiasmo). 

✔ Mai dire mai. Del tipo: non faremo MAI le bomboniere. Non avremo MAI troppi invitati. Non metterò MAI un vestito da sposa. Ecco, per quanto riguarda soprattutto l'ultimo punto, evitate di ammorbare tutti quelli che ve lo chiedono con la storia "Nel vestito da sposa non mi sentirei a mio agio", "Non mi sposo in chiesa, l'abito classico mi sembra troppo per il municipio", "Voglio un vestito che poi posso rindossare". Cazzate. Quando meno ve lo aspettate passerete di fronte ad una vetrina e vi innamorerete di un vestito da sposa di quelli che fino a un minuto prima avreste dichiarato "AboVVo!". E lo comprerete. A dieci mesi dal matrimonio. Folli o geniali, lo scopriremo solo vivendo.

✔ Se decidete di fare un viaggio di nozze che non sia la pallosissima settimana alle Maldive o nella Polinesia francese (con tutto il rispetto e vattelapesca), preparatevi: la persona di fronte a voi avrà la faccia di quello che ha visto il treno partire. Se poi questa persona è vostra madre, è altamente probabile che quell'espressione non se ne andrà mai. Sapevatelo.(Inoltre, il prossimo che mi dice "Ma in Islanda fa freddo" gli infilo un ghiacciolo nel culo. Allora sentirai che freddo.).

Prevedo aggiornamenti. Stay tuned :)

4 ottobre 2010

Home Sweet Home

Pessima giornata, quella dell'altro giorno (con tanto di post-pippone che vi avrà fatto chiudere immediatamente la pagina).
Trasloco imminente, il secondo quest'anno (e non definitivo, ma di nuovo una situazione provvisoria).
Lapino presto tornerà dal suo padrone - o forse  meglio dire che il suo padrone tprnerà tra noi - (fino a metà novembre però ci godiamo tutti i suoi pregi e anche i difettucci - vd la camminata notturna sulla faccia, la bava sul golfino che stai per mettere, le pappardelle al sugo di cinghiale da buttare perché ci si è tuffato dentro).
Insomma, periodo altamente destabilizzante, non fosse per un piccolo ma significantissimo particolare:
le giornate pessime continueranno sempre ad alternarsi a quelle buone, le quattro mura che ci circondano cambieranno ancora, magari speriamo solo non tanto di frequente, e ci saranno altri Lapini a farci compagnia (come mi ha insegnato qualcuno, il cuore non ha posti numerati), ma quando siamo insieme, in qualsiasi posto, in qualsiasi momento, da soli o in compagnia, siamo una famiglia
Non quella in cui, per destino, siamo nati, ma quella che abbiamo deciso di essere. Solo ora, che mi trovo di fronte al "rendere ufficiale" (pur sapendo che non sono due firme a fare una famiglia) questa scelta, mi rendo conto di quanto questa sia potente e rassicurante. E di quanto ne abbia sempre avuto bisogno per colmare i miei vuoti e ristabilizzare i miei equilibri, per sentirmi davvero completa.
Va beh, perdonatemi, ma sono tanto innamorata .


15 settembre 2010

Non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.

 "...sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue."

La mia fortuna è avere te. Perché dove io non vedo, lo fai tu.
Sbaglio spesso, spessissimo, soprattutto quando si tratta di capire le persone. Culatelli di prosciutto sugli occhi. Pazientemente me li togli, mi spieghi, capisco.
Lo fai senza alcuna presunzione, supponenza, rivalsa. Però, porco boia, arriverà il giorno in cui riuscirò a capire da sola chi mi sta di fronte? Riuscirò a non stendere lo zerbino con scritto "Welcome" di fronte a tutti quelli che mi stanno davanti?
Ma soprattutto, perché?

6 settembre 2010

Cambia il vento ma noi no.

L'altra sera guardavo i provini di X-Factor. Una ragazza ha cantato "Quello che le donne non dicono", canzone sentita e risentita, a causa anche di una nota pubblicità di collant, se non sbaglio, soprattutto per quanto riguarda il ritornello. Eppure mi è sembrato di ascoltare veramente questa canzone per la prima volta. Ho ritrovato, soprattutto nella prima strofa, alcune verità che magari non sono condivise da tutte le donne, ma che potrei avrei scritto io. E invece gli autori sono due uomini (Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone), che cosa strana.

Ci fanno compagnia certe lettere d'amore
parole che restano con noi,
e non andiamo via
ma nascondiamo del dolore
che scivola, lo sentiremo poi,
abbiamo troppa fantasia,
e se diciamo una bugia

è una mancata verità
che prima o poi succederà

cambia il vento ma noi no
e se ci trasformiamo un po'
è per la voglia di piacere a chi c'è già o potrà arrivare a stare con noi,
siamo così
è difficile spiegare
certe giornate amare, lascia stare, tanto ci potrai trovare qui,
con le nostre notti bianche,
ma non saremo stanche neanche quando ti diremo ancora un altro "si".
In fretta vanno via delle giornate senza fine,
silenzi che familiarità,
e lasciano una scia le frasi da bambine
che tornano, ma chi le ascolterà...
E dalle macchine per noi
i complimenti dei playboy
ma non li sentiamo più
se c'è chi non ce li fa più
cambia il vento ma noi no
e se ci confondiamo un po'
è per la voglia di capire chi non riesce più a parlare
ancora con noi.
Siamo così, dolcemente complicate,
sempre più emozionate, delicate ,
ma potrai trovarci ancora quì
nelle sere tempestose
portaci delle rose
nuove cose
e ti diremo ancora un altro "si",
è difficile spiegare
certe giornate amare, lascia stare, tanto ci potrai trovare qui,
con le nostre notti bianche,
ma non saremo stanche neanche quando ti diremo ancora un altro "si"
.

5 settembre 2010

Della lavatrice sessista.

Ari -"Cheppalle...sempre al rovescio 'sti calzini...ci metto il doppio a riappallottolarteli!"
Luca -"Ce l'hai con me?"
A -"E con chi se no? Te lo dico tutte le volte...e sono sempre tutti al rovescio!"
L -"Non è colpa mia, è la lavatrice".
A -"La lavatrice?"
L -"Sì, è la lavatrice che le rigira".
A -"E perché le mie calze non le rigira?"
L -"Perché sono da donna".
A -"-.-"

22 agosto 2010

Dell'amore. Punto.


Spesso scrivo per lamentarmi, lagnarmi, tediarvi.
Oggi c'è poco da dire: sono felice. Come non lo sono mai stata in vita mia, felice come poche persone riescono a farmi sentire, forse solo una. Ogni singola cellula del mio corpo è felice, ogni mio sguardo è felice, ogni mio respiro è felice.
Non so cos'altro dire, per il momento. Le ansie, le preoccupazioni, le paure ci sono sempre, eh. Ma è incredibile come a volte anche il nero più nero possa diventare di un bel grigio chiaro, come basti una frase per far sembrare il mondo un posto migliore.
Ok, sto rasentando la retorica, il ridicolo, i baci perugina. Scusate, ma non so davvero come spiegare tutta questa serenità adesso. Presto lo farò, stay tuned ;)


25 luglio 2010

Dell'ordine (che in nessun modo mi appartiene)

Convivere con e amare un architutto, vuol dire anche questo. Ordine imperat anche nella dispensa.
Fino a quando non passo io, ovvio*.


* Il che accade circa 3 minuti dopo, scatenando reazioni incontrollate.

1 luglio 2010

Delle VERE gioie della convivenza.

Puntare la sveglia un'ora e mezza dopo la sua.
Sentirlo mentre scende dal letto e va in bagno, cercando di far piano per non svegliarti.
Viene a darti un bacio prima di andare via.
Rispondere alle sue domande, inutilmente:
"Ci vediamo lì alle 13?", "Si".
"O facciamo alle 13.15?", "Si".
"Ma alle 13 o alle 13.15?", "Si".
Ripiombare nel sonno e risvegliarsi un'ora dopo.
Andare in cucina, sentire il suo profumo nell'aria, che si è spruzzato lì per non disturbarti in camera, e fare in qualche modo colazione con lui, anche se non c'è.

Ci vediamo alle 13, amore. O forse alle 13.15, chissà.

30 giugno 2010

Delle gioie della convivenza.





> Lasci sempre le lattine di birra in giro.

>Non rimetti mai il phon a posto.

> Lo sai quante volte ho buttato io la spazzatura? Quattordici.

> La cassetta di Lapo non si pulisce da sola.

> Io ho fatto la spesa nell'ultimo mese.

> Io lavo e stiro.

> Il mio giorno libero mi sveglio prima per pulire tutto a fondo.


> Chi è che cucina in questa casa?
> Io ho cambiato le lenzuola tutte le volte.

> La tua parte di libreria fa schifo.

Cazzo, è vero. La mia parte di libreria fa schifo. Quella con le cose di scuola: i libri di testo, i temi delle vacanze di Pasqua dei miei alunni (sono un po' lenta a correggerli, e allora? Glieli restituirò a settembre, forse), i raccoglitori con le copie dei compiti in classe che ho preparato quest'anno e plurime copie delle relazioni finali.
Giuro che appena esco da qui vado a casa a mettere tutto a posto. Quando uno ha ragione, ha ragione.


(Comunque, Tofi i love u. Tipo mille.)

UPDATE delle 21.19: non ho assolutamente messa in ordine la libreria. Per dire.

8 giugno 2010

Ci sono posti magici, in cui capitiamo quasi per caso, che nascondono sotto un sottilissimo strato di normalità, qualcosa di speciale. Ma come non sempre capita, l'immagine diventa chiara solo quando hai finito di unire i puntini.
Quattro anni fa, durante le vacanze di Natale, Luca ed io abbiamo trascorso una settimana in questo piccolo appartamento quasi in montagna: sono stati giorni bellissimi, all'insegna della tranquillità e del dolce far nulla. Ero all'ultimo anno di università, con gli esami da finire e la tesi che cominciava a prendere forma.
Due anni dopo, mio zio, ha comprato proprio quell'appartamento: l'ha risistemato e ci è andato a vivere...per pochi mesi. Poco dopo è partito, per lavoro, per l'Indonesia.
La primavera scorsa, approfittando di una settimana di ferie e della disponibilità di mio zio, ci siamo rifugiati di nuovo qui. In pochi giorni, lontana da tutto, ho avuto modo di riflettere sul mio lavoro, le mie priorità, i miei sogni. Tornata ad Aosta ho dato le dimissioni.
E' passato un anno. Sono successe tante piccole splendide cose: un nuovo lavoro, una nuova avventura universitaria, gli stessi sogni, un gatto, una "nuova" casa. Ancora una volta questo piccolo appartamento. Mio zio è tornato e ripartito e ora questo è il nostro (momentaneo) nido. Non è un caso, non voglio credere che lo sia. Mi sono legata a queste quattro mura nel momento stesso in cui ci ho messe piede tanti anni fa. Ci siamo sentiti subito a casa, subito parte di un qualcosa. Ho trascorso momenti felici, ho preso decisioni importanti. Ora sono di nuovo qui, a progettare il mio futuro insieme all'unica persona con cui ho mai pensato di farlo davvero.
Non può che essere un posto magico, no?

18 maggio 2010

Da settimane apro la pagina del blog e penso che dovrei scrivere qualcosa.
Ma cosa?
Ho un solo pensiero, ora, nella testa. Uno per cui non c'è bisogno di tante parole.
Odio quello che sto per scrivere, ma è proprio così: è come se le tessere di un enorme puzzle si stessero piano piano sistemando al loro posto. E' qualcosa che è cominciato tanti anni fa ormai, con periodi di stallo e grandi svolte. Il pezzo che ho messo, che abbiamo messo, due mesi fa, lo aspettavamo da anni. Nessuna aspettativa inattesa, nessun dubbio, solo conferme, grandi progetti ed emozioni nuove. E provare emozioni nuove ogni giorno, con qualcuno che ami ormai da tanti anni, vuol dire solo una cosa: sono felice.
Ecco, bastava questo: sono felice.

24 gennaio 2010

Questo amore non è una stella...

...in fondo all'anima
per sempre tu.
Perché non è una promessa,
ma è quel che sarà,
domani e sempre
sempre vivrà.

Un'avventura
(Mogol-Battisti)

5 novembre 2009

5 novembre


5/11/2002. Torino. Vento. Buio. Luci arancioni. Sgaurdi. Voci. Sorrisi. Le mie mani screpolate e la tua giacca a vento. L'attesa. E poi, come se fosse passato un secondo, la tua partenza. Quella strada, quel bacio, quelle parole. Quelle parole così piccole, quanto rumore hanno fatto quando sono esplose.

5/11/2003. Milano. La tavole delle lezione a cui eri appena stato. Le scale della metropolitana, fermata Loreto. L'angolo del palazzo dove c'è la panetteria. Le tue dita che cercano le mie, senza esitazione. L'ascensore rosso. L'interruttore della luce. Il parquet rovinato. Queste sono le sole immagini che ho di quel giorno. Non ci sono rumori, persone, sfondi. Come se, prendendoci per mano per la prima volta, avessimo creato attorno a noi un enorme scudo trasparente.

5/11/2009. Aosta. Quelle parole così piccole esplodono ancora con la stessa incredibile forza. Lo scudo attorno a noi c'è ancora, niente l'ha scalfito.

..penso all'effusione
di un abbraccio rapito ai dispetti del tempo,
a un amore caldo
come il raggio di luna degli innamorati.

E quando la luna verrà sarà la stessa di allora?
Quella che di noi farà di nuovo una cosa sola?
(M.K. - E poi il buio)

5 agosto 2009

Nelle ultime due settimane sono successe tante cose.
Le dimissioni, finalmente. Disoccupata, ma fiduciosa.
La laurea di "qualcuno" che mi ha emozionato più della mia stessa laurea.
Le vacanze, le vere vacanze, come le facevo da bambina. Niente villaggi turistici, niente animatori, niente voli charter. Una casa in affitto, l'ombrellone in spiaggia, le stuoie di paglia, la focaccia fresca, tanti tanti libri...E l'amore.


Ora mi godo questi giorni di "ferie", mi godo agosto che sinceramente non è mai stato il mio mese preferito, e aspetto con ansia un mio vecchio caro amico. Non so di preciso quando si farà vedere, non so se la mia fiducia in lui sia malriposta...ma io adoro Mr Autunno, e mai come quest'anno non vedo l'ora che arrivi.

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