20 novembre 2010

Il treno se ne frega.

La sera prima di un esame non si ripassa, ci si distrae. Così mi dicono.
Giovedì sera allora Nanà Supergirl si è dedicata a chiacchiere virtuali con Jem, Candy e Benji. Inoltremente, non contenta, insieme a Luca ho riguardato alcuni filmati di Cetto Laqualunque su youtube. Insommamente, sono andata a dormire serena dopo essermi lavata i denti, aver puntato le sveglie e bevuto un bicchiere d’acqua.
Ok, la serenità finisce qui.
Ho puntato le sveglie, due per paura di non sentirne una, alle 6.40. Embeh?
Il treno era alle 6.25…. Aaaaah, genio. Ovviamente l’ho scoperto intorno alle 6.45.
Momenti di panico, di porcheputtane e di maquantosonocogliona e di eadessochecazzofaccio. E di nuovo maquantosonocogliona (no, non divento volgare quando mi agito).
E allora io, giuovine donna indipendente, dal polso fermo, i piedi ben piantati a terra sveglio il futuro marito, gli rispiego alcuni dei concetti già espressi prima in solitaria e faccio l’unica cosa che una giuovine donna indipendente, dal polso fermo, i piedi ben piantanti a terra farebbe: chiamo papà.
Ci lanciamo nella nebbia all’inseguimento del treno. A Chivasso lo raggiungiamo, mi faccio largo tra la folla come il cantante dei Verve in uno dei suoi momenti migliori, salto sul treno al volo, prolungo il fiatone più del necessario giusto per fare un po’ di scena…e il signore accanto a mi chiede “Signorina, lei sa dirmi perché il treno ritarderà ancora di dieci minuti?”...Mavafangulo.

Raggiungo Torino, raggiungo Palazzo Nuovo, raggiungo l’aula, è il mio turno. La docente chiama me e quella subito dopo nell’elenco: mi indica la sedia dove lei interroga e faccio per sedermi mentre lei continua con l’appello. L’altra si siede di fronte all’assistente con l’aria di quella che ha pestato una cacca proprio il giorno che indossava i sandali e con gli occhi sembra pregarmi. Azzardo, sottovoce, un “vuoi che ci scambiamo di posto?”. Non faccio in tempo a finire la frase che lei scatta in piedi come una molla, quasi mi abbraccia e si siede a quello che sarebbe stato il mio posto, di fronte alla docente. Mi sposto allora dalla parte dell’assistente che basito chiede spiegazioni. L’altra farfuglia, lui non capisce o finge di non. Va beh, pazienza. Io dico che per me è indifferente. Non avendo frequentato non conosco né lui, né la docente. E neanche la tizia a cui ho ceduto il mio posto. Non conosco proprio nessuno insomma. E sta mattina ho sbagliato a mettere le sveglie. Interrogatemi e non rompetemi le balle ulteriormente. Per cui mi siedo ormai rassegnata al peggio.
Costui mi chiede due cagate due, impassibile ad ogni mia risposta. Sono quasi tentata di infilare, tra una parola e l’altra, cazzate quali “Budino Elah”, “mangio la mela, fumo la siga” e anche “Inter merda”, giusto per controllare se mi sta fissando o se invece sta pensando se ha chiuso la finestra di casa che tra poco viene a piovere. Però non sono proprio proprio così scema, per cui vado avanti con le mie risposte.
Quando io mi riapproprio del mio libretto, arricchito da un simpatico 28, butto l’occhio all’Altra. Sguardo nel vuoto, silenzio imbarazzante, docente snervata, tensione palpabile….Mavafangulo!

Nessun commento:

Posta un commento

© Moonrise Kingdom, AllRightsReserved.

Designed by ScreenWritersArena