7 aprile 2009

Abruzzo, 6 aprile 2009

Penso a come deve essere svegliarsi nel cuore della notte, con il letto che si sposta da solo in giro per la stanza, con i libri di una vita che ti cadono addosso, con le fotografie che si staccano dalle pareti, con le gambe paralizzate dalla paura e non sapere cosa fare.
Penso a come deve essere trovare la forza di scappare, da una porta, da una finestra, da un balcone, urlando il nome di tua madre, da qualche parte in casa anche lei, cercarla per scappare insieme dalla casa, la tua casa, che ti crolla addosso.
Penso a come deve essere salvarsi, e ritrovarsi in strada, in pigiama, al freddo, nel cuore della notte, insieme a centinaia di sconosciuti, e pensare a tuo fratello che non vive più con te, all'amore della tua vita, ai nonni che già fanno fatica a muoversi anche senza terremoto, agli amici.
Penso alla sensazione di impotenza, di sconforto, di disperazione nel cercare con lo sguardo, tra le macerie, un qualcosa che appartenga alla tua vita di prima, quella di cinque, dieci minuti fa, prima della scossa: un cuscino, un mobile della cucina, un paio di scarpe, un parente.
Dieci minuti fa eri nel letto, sognavi, di sicuro, perchè sogni sempre. Ti sentivi al sicuro, sotto il piumone pesante, anche se è già primavera. Ti sentivi protetta, stretta all'orsetto di quand'eri bambina e senza il quale, a ventisei anni, ancora non riesci a dormire.
Penso a una notte come tante altre che ti cambia la vita, per sempre. E non l'hai scelto, tra tante eventualità possibili, non era nell'elenco. Tra i tuoi piani per il futuro, non era programmato.
Anche se forse...a l'Aquila qualcuno di notte dormiva con uno zaino pronto accanto al letto: un paio di maglie, una coperta, del sapone...Non è normale, non è giusto.
Penso che sta notte farò fatica ad addormentarmi, mentre in silenzio, al buio, penserò a tutti quelli che una notte cosi l'hanno davvero vissuta e non solo pensata, mentre in silenzio, al buio, ringrazio non so bene chi o cosa, per tutto quello che ho.
E' banale, me ne rendo conto, ma è tutto quello che so fare.

1 commento:

  1. Si...io ho ripreso un po' a fatica il blog. E anche a commentare quelli degli altri. Perché c'è una profonda amarezza in me.
    L'unica cosa che possiamo fare è aiutarli concretamente, inviando denaro e i generi richiesti dalla croce rossa :-(

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