12 agosto 2009

Ho sognato una casa in montagna. C'era una festa, e io venivo mandata via. Non è la prima volta che faccio questo sogno: era un'altra montagna, un'altra casa, un'altra festa. E alla fine qualcuno mi accompagnava a valle. Questa volta invece sono sola. Ed è buio. Prendo la macchina, che non è la mia, e comincio a scendere. Fari accesi, ma io non vedo nulla. Non riesco ad aprire gli occhi; le palpebre sono di piombo e per quanto mi sforzi, posso sollevarle solo di qualche millimetro. La strada sterrata e piena di buche fa sussultare l'auto e, quando riesco a intravedere qualcosa, ci sono solo i fari di grandi macchine che viaggiano in direzione opposta, e io per il fastidio richiudo subito gli occhi. L'auto sbanda contro gli alberi, i rami dei pini rigano la fiancata, lo sterzo è impossibile da gestire. Decido allora di abbandonare la Twingo -finalemente capisco che è proprio la mia vecchia Twingo viola che sto guidando- e di proseguire a piedi. Pessima idea. M'incammino, stringo tra le braccia qualcosa di prezioso, sto attenta a non farlo cadere. E' un gatto. E' il mio gatto, Mino. Ancora non riesco a vedere nulla, inciampo ad ogni passo e incomincio a piangere. Singhiozzo come una bambina e continuo a camminare nel buio. Intravedo piante con bacche rosse. E' tutto nero, riesco solo a vedere il rosso scuro delle bacche. Ad un certo punto delle voci, due o tre ragazzi, riconosco Nicolò. Sono sollevata, gli chiedo di aiutarmi. Lui mi risponde di smetterla di piangere, di non rompergli le balle, che lui deve raggiungere la festa. Gli urlo che è uno stronzo e lo guardo allontanarsi. Ma quando mi rigiro verso valle, mi sembra di intravedere una luce strana. Comincio a correre, sempre con Mino in braccio, e man mano che avanzo le pietre per terra non mi fanno più male ai piedi (improvvisamente scalzi). Corro, la strada in leggera discesa, sento la sabbia sotto i piedi. La sabbia fresca, com'è di solito la spiaggia di notte. Mi avvicino sempre di più e capisco: la luce che vedo è il riflesso della luna sul mare. Una luna che in cielo non c'è. Ma il suo riflesso è lì.

Un sogno durato poco e che, nonostante il finale, mi ha lasciato una strana sensazione di ansia e angoscia, che sarà difficile allontanare in questa noiosa giornata di agosto.

2 commenti:

  1. Mammamia veramente..lo leggevo con la faccia un pò atterrita!
    Però bello,coinvolgente..(almeno per chi lo legge da fuori)
    :)

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  2. Nei sogni diceva Freud, si rivela il nostro incoscio, qualcosa che ci vorrebbe dire ma visto che da svegli alziamo la barriera contro l'incoscio non lo sentiamo mai...
    Forse è stato il cammino che hai effettuato fino ad ora, magari il fatto che Nicolò non ti abbia aiutato è perchè quel faticoso cammino l'hai dovuto affrontare da sola, nessuno ha potuto aiutarti..Ma poi tutto si è risolto ritrovandoti in un luogo che a te mette serenità, e forse ti voleva dire, guarda il periodo è finito, ora si sta bene.. Il fatto del gatto che tenevi in mano, fa pensare a qualcosa di prezioso, che non potevi lasciare, che hai aiutato, o magari è solo una rappresentazione di te stessa..
    Spero solo che non sia un sogno riguardante il futuro, ossia un cammino articoloso davanti e ciò che dovrai affrontare da sola...
    Ma probabilmente Ari, sono soltanto balle che il mio cervello sputa fuori senza far connettere i neuroni..
    E credo che questa sia la più probabile delle ipotesi :)
    Intanto goditi i sandali che i regali fatti per se e per chi si vuol veramente bene sono i piu bei regali
    A presto

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