23 novembre 2010

Trovami un modo semplice per uscirne*


La nostra vita quotidiana è bombardata da coincidenze o, per meglio dire, da incontri fortuiti tra le persone e gli avvenimenti chiamati coincidenze.[...].
L'uomo, spinto dal senso della bellezza, trasforma un avvenimento casuale in un motivo che va poi a iscriversi nella composizione della sua vita.
Milan Kundera



Questa sono io.
Cerco, in modo ingenuo, infantile, a volte disperato, l’avvenimento casuale per trasformarlo nell’Evento. Lo faccio da sempre, nel bene e nel male. Lo faccio per non arrendermi all’idea che i giorni siano tutti uguali, che qualcosa sia scritto e che lo stiamo seguendo senza neanche guardare i cartelli lungo la strada. Lo faccio perché amo essere recettiva, attenta, curiosa. Colgo i dettagli: la morbidezza di un contatto inaspettato, una nuvola a forma di elefante, le canzoncine di un bambino in coda alle poste con la sua mamma, il profumo delle tende pulite, gli sguardi ad un tavolo, le parole non dette.
Cerco, ogni istante, l’anello di congiunzione tra me e il mondo. Perché questo in fondo è quello che faccio: riuscire a trovare un punto di contatto tra quello che ho dentro e la realtà di tutti.
È splendido, quando accade. E, per mia fortuna, è accaduto spesso in passato: una notizia al telegiornale, un viaggio, una città, un libro sono solo alcune delle coincidenze che illuminano la mia strada ancora oggi.
Ma ci sono anche i buchi nell’acqua. L’ultimo è di pochi minuti fa.
Ho pensato che io e Luca avessimo finalmente trovato la casa giusta per noi, per il semplice fatto che il nome di battesimo della proprietaria è lo stesso della protagonista del mio libro del cuore. Qualcuno sta ridendo, riesco a sentirlo. Eppure….eppure ancora prima di sapere il prezzo, io ho creduto che quello fosse il MIO segno. Non per lei che vuole vendere la casa, non per un altro acquirente interessato e probabilmente neanche per Luca. Quel segno era per me. Non è stato così: ho fatto male i miei conti…anzi, non li ho proprio fatti fino a quando non ci è stata detta una cifra. La cifra, inarrivabile.
Ora, per citare Kundera, nella composizione della mia vita non si va ad aggiungere un motivo, ma una nota stonata. Lo so, è ridicolo. Eppure queste stupide delusioni lasciano un segno e mi capita a volte di voler smettere di cercare l’avvenimento casuale, lasciare che le cose siano. Per un nome di battesimo.
Questa sono io.

2 commenti:

  1. anche io credo nelle coincidenze, nei piccoli segni,non fa nulla se per qualcuno è infantile... a me piace, è una piccola speranza nelle cose quotidiane. evidentemente non era il segno giusto :)

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  2. Grazie. Era proprio quello che volevo sentirmi dire. E solo chi come noi crede in questo poteva farlo. Grazie davvero!

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