13 agosto 2010

Della pesantezza.

Sono dovuta andare a casa di mia madre per sistemare dei testi scolastici che le sue colleghe di lettere mi hanno gentilmente regalato per arricchire la mia scarna biblioteca da supplente. Li ho tutti catalogati sul computer, con bollino di riferimento appiccicato sul libro. Un lavoro scassapalle che metà basta.
Aggiungi che oggi in pratica era il primo pomeriggio di "ferie" di quest'estate. Fatto?
Aggiungi una madre scassapalle. Fatto?
Bene, avete ottenuto un pomeriggio da dimenticare.
Già, perché quando hanno distribuito le etichette, la signora madre ha deciso che a me spettava quella della figlia deficiente, quella a cui vanno ripetute le cose ottanta volta (sempre le stesse, eh), quella le cui scelte sono sempre discutibili, quella che ancora è piccola per sapere cosa è giusto e cosa no, quella che guardi e ascolti scuotendo la testa con aria rassegnata. Oui, c'est moi.
Già prima di entrare so cosa mi aspetta, ma cerco di far finta di niente, in fondo è la mia mamma. Cerco di essere davvero contenta di vederla, perché comunque lo sono. Cerco di pensare che è lei che mi ha cresciuta negli ultimi ventisette anni. Giuro, lo faccio. Ma poi basta un tono di voce, quel tono di voce, e mi parte lo scazzo cosmico, il fastidio intergalattico, la tolleranza zero. Per cui rispondo non propriamente bene, saluto non calorosamente, me ne vado fredda, fiera e distaccata...
...per poi sentirmi una merda in macchina, per poi prendermela con qualunque povero cristo che mi guida davanti, per poi piangere al telefono con Luca senza neanche dargli il tempo di parlare.
Ma meno male che torno a casa, trovo Lapo con la sua lingua chilometrica ed ettolitri di bava, il mio bel bucato stirato sta mattina sul letto e una cascata di pioggia che lava via tutto.
Autumn, I'm still waiting for you.

1 commento:

  1. Mi piace il nuovo template, soprattutto perchè a differenza del vecchio non mi da problemi di visualizzazione con il blackberry.

    Vado daccordo con mia madre, ma le tue parole potrebbero benissimo adattarsi al rapporto con mio padre... Anchio mi ritrovo a piangere isterica senza un motivo reale, se non un tono di voce, o una critica neanche troppo velata, anchio faccio sempre cose sbagliate, e sembra davvero che i pregi che gli altri vedono in me siano a lui sconosciuti.

    Ti invidio perchè non ho una casa in cui rifugiarmi, ma al massimo posso salire le scale e chiudere la porta di camera mia. I gatti (e i fidanzati) aiutano, quindi concentrati su quello e pensa che alla fine quella che deve guardarsi allo specchio tutte le mattine ed essere soddisfatta di quello che vede sei Tu e non lei...

    Magra consolazione... Ma magari aiuta...

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