4 maggio 2011

Nemiche amiche.

Qualche giorno fa ero al bar con un amico. Seduti nel déhors, i nostri pettegolezzi sono stati interrotti dall'arrivo di una donna. 
Trentacinque-quarant'anni, di bell'aspetto, vestita semi-sportiva (odio: o ti vesti sportiva o no, le vie di mezzo sono sempre degli ibridi poco piacevoli). Aveva pantaloni della tuta e t-shirt tutta glitterata, paillettata, sberluccicosa. Occhialoni scuri che le coprivano metà faccia, era accompagnata da un uomo. 
Trentacinque-quarant'anni, da lontano di aspetto interessante, da vicino anche no. Capello semi-lungo, boccoluto, sale e pepe. Mocassino senza calze. Sguardo ebete. 
Lei è entrata con passo spedito, brandendo nella mano destra un telefono cellulare formato gigamega. Lo teneva vicino all'orecchio. Vicino, non attaccato: la distanza tra telefono e orecchio variava tra i cinque e i dieci centimetri.
Lui dietro, l'ha seguita fino a quando lei non ha scelto la sdraio giusta sulla quale sedersi (il déhors di questo locale è molto ben attrezzato). Lui si è alzato di scatto quando è arrivato il cameriere e lei con un cenno del viso, senza smettere di parlare, gli ha fatto capire di muoversi.
Lei non ha smesso un secondo di parlare al cellulare. Mi correggo, di urlare. 
Un po' si: io facevo finta di ascoltare il mio amico (tra l'altro molto bene, perché lui non se n'è accorto e speriamo non mi legga) e ascoltavo lei. Un po' però era anche impossibile ignorarla: il tono di voce era altissimo e lei molto presa dalla conversazione. Talmente presa che è riuscita anche a mettersi comoda: si è tolta le scarpe, le calze, si è tirata su i pantaloni della tuta al ginocchio, ha tirato fuori dalla firmatissima borsa la Nivea e si è spalmata in tutti luoghi e in tutti i laghi.
Lui impassibile.
Lei stava consolando un'amica la quale, da quello che ho potuto capire, doveva avere qualche problema di autostima a causa delle critiche del (ex?) fidanzato. Lei ha cercato di rincuorarla dicendole che "No, non è vero che non sai far altro che lamentarti. Sei una persona positiva, hai una buona parola per tutti... No, devi fregartene di quello che dice lui, non è vero che la gente ti evita, che cerca di frequentarti il meno possibile. Non buttarti giù per queste cattiverie infondate. Lo sai, la gente può essere davvero cattiva".
Pausa di qualche minuto, poi continua.
"No, dopo non posso venire. Devo andare in un posto".
Pausa.
"No, guarda... Non te lo posso dire...".
Pausa.
"Non te lo posso dire perché si tratta di una cosa importante, che potrebbe cambiare molte cose e... e... 
e tu porti sfiga".

5 commenti:

  1. NON CI CREDO.
    Mi sento in imbarazzo per lei :/

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  2. Oddio, oddio, oddio... leggendo le ultime righe avevo pensato che il tizio coi mocassini fosse il fidanzato dell'amica che aveva al telefono, ma non so se questo epilogo e meglio o peggio di quello che temevo io! O.O

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