25 gennaio 2012

Colorblind

In questi giorni ho fatto di tutto per ricordarmi più cose possibili della mia nonna. Ho cercato fin da subito di aver chiaro in testa che cosa comporterà, per me, la sua assenza. È totalmente inutile scriverne qua: dovrei aprire un blog dedicato solo a lei per poterlo fare in modo completo. Nonostante questo però, nonostante l'impressionante numero di pensieri che la riguardano, mi rendo conto che qualcosa mi è sfuggito. Qualcosa che mi colpisce all'improvviso, mentre salgo le scale di case, stendo il bucato, correggo i compiti.
Oggi parlavo con Luca della spesa. Gli avevo chiesto di comprare le trofie per farle con il pesto. Ci ho messo un attimo a rendermene conto, ma le trofie al pesto, da quando viviamo insieme, le abbiamo sempre fatte col pesto della nonna. Ogni tanto ci dava una decina di cubetti di pesto congelato. "Ogni cubetto è la porzione giusta per voi. Così quando siete di fretta metà del lavoro è già fatto". Li tenevamo nel freezer, in un contenitore di plastica.
Insomma, oggi ho pianto un'ora per i cubetti di pesto. Domani non lo so cosa mi tornerà in mente.
So solo che ogni volta è come se qualcuno mi togliesse la corrente per un po', lasciandomi completamente priva di forze. Vuota.

6 commenti:

  1. si. è così.
    anche io ne avevo scritto: http://www.alessandradelbono.com/2010/04/immutability.html.

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  2. Dopo che è morta mia nonna il primo vero grande, enorme pianto disperato, quello coi singhiozzoni da bambina inconsolabile, l'ho fatto quando mi sono resa conto che, dopo tutta una vita a sentirle dire "chissà se ce la farò a vederti diplomata/laureata/sposata etc..." e averla avuta accanto in tutte queste tappe, non mi avrebbe vista specializzata. E poi sì, quando prende prende, anche a distanza di anni, molti anni. Ma va bene così, è segno che loro che ci hanno lasciati sono ancora vivi dentro di noi, e lo saranno sempre.

    Un bacio grande! :*

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  3. la cosa migliore che tu possa fare è, metaforicamente ma anche no, imparare a fare il pesto come lo faceva lei. non sarà mai la stessa cosa, ça va sans dire, ma in qualche modo ti renderai conto che anche quel cubetto continuerà a far parte di te.

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  4. conserva quei ricordi. stretti stretti. col tempo diminuiranno le lacrime e spunteranno i primi "solchi lungo il viso, come una specie di sorriso" e faranno meno male. e saranno sempre ricordi meravigliosi.

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  5. Una parte di lei vive in te e mica solo per i geni che vi accomunano!!! Ma per tutto ciò di suo che ha contribuito alla costruzione della donna che sei .. Sei il suo futuro..
    Tieni bene in mente tutto di lei e un giorno raccontala ( si raccontaLA!)aii tuoi bambini e anche loro saranno un altro po' di futuro...

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  6. mi spiace... non sapevo la brutta notizia. un abbraccio

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