9 ottobre 2012

Pocket Coffee. E mandarini.

È ricominciata la scuola.

Tanti nomi nuovi da imparare, tante vite da scoprire.
Mi piace cercare di capire cosa si nasconde davvero dietro quello che loro mostrano. Non nego di farlo spesso con un po' di imbarazzo e tanta discrezione, e dove trovo un muro, certo, mi fermo. Ma è una sensazione stupenda quando qualcuno che all'inizio era diffidente e silenzioso, ti cerca per raccontarti l'allenamento del pomeriggio prima, cos'ha mangiato a cena o semplicemente alza lo sguardo e ti fa un sorriso.

Poi ci sono le risate, quelle non mancano mai. Parole storpiate, doppi sensi, genuinità.
"Prof, ma quella roba che sta scrivendo alla lavagna bisogna copiarla?"
"No, macché, io scrivo per passare il tempo"
"Aaaah, ok! Allora nel frattempo posso fare altro".

E ci sono anche quei momenti in cui la tua vita entra in classe e tu davvero non vorresti.
Oggi si parlava di Halloween e S., alunno che ho già avuto due anni fa, sorridente mi dice:
"Prof, si ricorda che due anni fa le caramelle ad Halloween me le ha date sua nonna? Troppo forte, io conosco la nonna della Riccio!".
È successo che per dieci, quindici secondi, lunghissimi secondi, il mio cervello è andato in tilt.

Prima mi sono ricordata del racconto di S., appena due anni fa.

[Con alcuni amici, travestito da fantasma, aveva fatto il giro del quartiere suonando alle varie porte, anche a quella di Nonna Palmina. Lei ovviamente aveva aperto. Avava fatto finta di spaventarsi, aveva scherzato con loro, aveva riempito i loro sacchetti e, alla domanda di S. incuriosito dal cognome sul campanello, aveva risposto fiera "Si, la professoressa Riccio è mia nipote".]

 Poi ho pensato alla Nonna Palmina e alle sue caramelle.

[Lei non era di quelle nonne con le caramelle da signora anziana, al rabarbaro o alla menta. La nonna aveva i cri-cri, gli orsetti, le coca-cola quelle che frizzavano sulla lingua. Quando siamo cresciuti le caramelle sono andate diminuendo e sempre più spesso ci proponeva le Nougatine, i Monregalesi (possibilmente al rum) e i Pocket Coffee. Ecco, al mio alunno undicenne e ai suoi amici Teschio, Urlo di Scream e Zombie la Nonna Palmina ha dato manciate di Pocket Coffee. E "per bilanciare" dei mandarini.]

Poi ho fatto confusione tra nonne e nonni.

[Ho pensato "Meno male che non ha parlato dei nonni, perché i nonni io non li ho più". Una vocina dentro di me ha risposto "Che dici? E il Nonno Ettore dove lo lasci?". Allora ho capito. Sono le nonne, che non ho più.]

Nonna Palmina non c'è più. 
Tutto in pochi confusi secondi. Poi mi è uscito, senza riuscire a farmarlo, di fronte a un S. veramente (stranamente) dispiaciuto:
"S., quest'anno non passare dalla nonna. La nonna non c'è più".

E niente, per fortuna è autunno.


6 commenti:

  1. Non sai quanto mi colpisce questo tuo post, e proprio oggi.
    Ieri volevo scriverti una mail, perché tu puoi capire come mi sento adesso, ma non volevo disturbarti.
    Adesso sono un po' persa. La mia nonna non c'è più da sabato e io non so cosa fare.

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  2. Sono passati 9 mesi e ancora non so che fare neppure io. Mi sembra che sia ancora qui e il mio cervello non riesce ad accettare che non è così. Mi alzo dal divano, prendo il telefono in mano per chiamarla. Intravedo una testa di capelli bianchi nella folla e già sorrido pensando a come salutarla. Esco e dico a Luca "Vado a casa della nonna". Poi quando capisco, stringo i pugni. Non sai quanti pugni ho stretto in questi mesi. Credo di essere ancora troppo arrabbiata, perché lei la sera prima scherzava, si arrabbiava con Schettino, preparava la cena, e il giorno dopo non c'era più.
    Scrivimi tranquillamente, quando vuoi.

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  3. Tu sai sempre come toccare le corde dell'anima di chi ti legge. Io i nonni non li ho più da tempo, l'ultimo è morto che avevo 16 anni. E se vi ricordate quanto si è già incazzati di per sé a 16 anni, immaginate la mia reazione. E' stata la merda merda che più merda non si può. E poi c'è sempre quello a cui eri più legata, perchè è inevitabile, che è il rospo più grosso da mandare giù. Io ancora adesso ad Andrea dico che avrei tanto voluto che conoscesse mio nonno (Andrea anche lui tra l'altro). Ancora adesso gli racconto le cose che mi ha insegnato e ancora adesso penso a lui e gli dico che lo so che sarebbe fiero dell'uomo che ho accanto. E quando gli dico queste cose, Andrea mi risponde raccontandomi di suo nonno che quando vedeva passare gli aerei tirava le caramelle Rossana in aria (quelle sì che sono caramelle da nonni!) e gli faceva credere che il pilota l'aveva visto e aveva lanciato giù delle caramelle solo per loro. Andrea era ancora un bambino quando suo nonno l'ha lasciato. Però niente, siamo ancora qui a parlarne. Col tempo il dolore diventa malinconia che fa da sfondo a dolci ricordi, ma i nonni non si dimenticano mai.
    Vi abbraccio tanto.

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  4. ti abbraccio. e ti do appuntamento al ricevimento parenti...così, giusto per strapparti "un solco lungo il viso, come una specie di sorriso"..

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  5. Ho perso una delle mie nonne a maggio..
    All'altra dedico troppo poco tempo ultimamente ...
    Leggo qst post meraviglioso e un po' mi sento una merda...
    Dovrei rendermi conto che non è eterna..

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  6. Non so perchè ma quando si è arrivati al punto della nonna ho avuto un tuffo al cuore ed alla mente è riapparsa la foto di tua nonna.
    <3

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