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14 maggio 2012

Ogni possibilità infuria nei tuoi "perché?"

A volte mi sento come braccata dalla mia indolenza,
dal tempo che scorre inesorabile mentre io cerco di correre più forte per stargli dietro.
Non c'è nessuno a fare il tifo per me.
Anzi, mi sembra di risentire le voci di chi sembrava non fermarsi mai, anni fa, mentro io avevo i piedi incollati all'asfalto.
Mi dicevano che ero fragile.
Mi dicevano che ero indecisa, debole, condizionabile, perculabile.
Non tutti, eh. Ma qualcuno me lo diceva.
E in genere, queste cose, te le dicono proprio quelli che in quel momento ami di più,
proprio in quel momento in cui li ami di più.
In parte, forse, avevano anche ragione.
In parte, forse, sono stata al loro gioco.
Quelle parole restano. Fissate su un foglio a quadretti, a volte rimbombano nelle orecchie, le posso toccare come se si fossero infilate sotto la pelle dell'avambraccio destro. Non se ne andranno mai.

Allora continuo a correre, esausta, fino a quando i triangolini luminosi e intermittenti dell'emicrania con aura non mi si piazzano davanti e mi impediscono di vedere oltre la mia retina. Fino a quando la sera nel letto i pensieri escono dalla mia testa e si infilano nel cuscino, nelle coperte, nel buio e io non riesco più a dormire. E mi arrabbio, e a volte piango, e ciao.

Poi mi fermo. Mi fermo e rifletto. Con i piedi ben fissi nell'asfalto, come un tempo. Mi guardo attorno e mi rendo conto che nella mia corsa non sono stata poi totalmente inerme. Ho sposato l'uomo della mia vita, ho preso una seconda laurea, ho comprato una casa. Mi rendo conto che quella che alcuni hanno definito debolezza, e che invece mia mamma ha sempre amorevolmente chiamato "zucca di legno", mi ha portata fino a qui oggi.
E non ho finito. Mi sono solo fermata per prendere il fiato. Mi sono solo fermata per raccogliere i miei sogni.
Perché "Prof, gli adulti sognano? Lei sogna?".
Caspita, sì.
E quando questi sogni sono progetti, obiettivi, li tieni ben stretti a te, li infili nella tasca segreta della giacca, e ricominci a correre.




La tua fretta - Verdena ♪♬

13 agosto 2011

Immagini e parole.

Sì, prima o poi riuscirò a scrivere anche del viaggio di nozze. Più che scrivere vorrei farvi vedere le foto di quell'angolo di mondo spettacolare che è l'Islanda. Ci sto lavorando, non è semplice. Abbiamo scattato qualcosa tipo 1300 foto (o meglio, Luca ha scattato...) e bisogna ovviamente tentare di fare una selezione. Se però non potete proprio aspettare potete buttare un occhio qui: la mia amica Lisa ha scritto un meraviglioso articolo su uno dei parchi che abbiamo visitato e ci ha messo le foto di Luca (ancora grazie!). Se non ci fossi già stata mi verrebbe davvero voglia di tornarci.

Vorrei però concludere il discorso matrimonio con alcuni link che vi riporteranno a persone a cui voglio davvero bene, che erano lì con me quel giorno e che hanno deciso, chiattraverso le foto e chi attraverso le parole, di parlare del nostro grande giorno. Li ringrazio ancora una volta, perché non è mai abbastanza.
In ordine di apparizione sul web:

Joelle, ovvero colei che si è vista arrivare il bouquet tra le mani.

Iaia e Lisa, che si sono sentite dire "Ah, voi siete le amiche virtuali!". No, loro sono le mie amiche e basta ♡.

E infine mio cugino Matteo, investito del ruolo di fotografo ufficiale, che armato di santa pazienza e di tanta pellicola ci ha scattato queste foto stupende.

Grazie davvero di cuore.

3 agosto 2011

Per tutta la vita.

(cliccando sulla foto dovrebbe ingradirsi) 
 
Ho immaginato il 9 luglio 2011 da quando ero piccola. Cambiava l'ambientazione, cambiava lo sposo, cambiava il mio vestito, ma il sogno di vivere un giorno perfetto era sempre lo stesso. Perché significava aver trovato l'Amore, quello che non ti fa dubitare mai. Mica pizza e fichi.
Ecco, nessuno dei miei sogni è mai stato bello come il 9 luglio 2011. Nessuna felicità immaginata è mai potente e forte e intensa come quella che vivi davvero.
E' stato un giorno spensierato, senza la preoccupazione che qualcosa potesse andare storto: non importa se quelle nuvole si fanno di ora in ora più minacciose, non importa se quelle calle non sono proprio del colore che avevo chiesto, non importa se quasi arrivata in comune ricevo un suo messaggio con scritto "Io sto uscendo adesso" da casa. Traumatizzata dall'aver assistito a matrimoni in cui la sposa era furiosa per qualche imprevisto, ho pensato: per ogni cosa c'è una soluzione e se non c'è pazienza.
Le nuvole hanno scaricato giù un bel temporale appena entrati nel ristorante, salvi per un pelo; le calle del colore sbagliato ce le facciamo andare bene lo stesso e sono stata dirottata con una bella inversione di strada in un parcheggio per una divertentissima attesa dello sposo, con la mia testimone e il mio splendido cugino che mi aveva preparato una compilation ad hoc (si andava da Beyoncé a Madonna, da Cindy Lauper ad Ambra, passando per le Spice Girls e Raffaella Carrà. Cioè, roba di gran classe).

Credo di non aver mai visto mio papà così agitato e la mia migliore amica così seria, credo davvero che non mi sia mai mancato tanto il fiato come quando ho attraversato quella porta e ho visto tutte le persone a cui voglio bene e ho sentito le note di Staralfur. 
Sono riuscita a non piangere (mmh...quelle lacrimucce versate abbracciando i miei ex alunni facciamo che non contano), e credo anzi di non aver mai smesso di sorridere. Di un sorriso spontaneo, sincero, di quelli naturali che non ti fa male la faccia quando smetti. 
Credevo impossibile riuscire a mettere insieme amici che neanche si conoscevano tra loro e fargli trascorrere una bella serata. E invece ci sono state lunghe chiacchierate, sfide di ballo, cori e un selvaggio scambio di amicizie su facebook il giorno dopo.
Credo che le persone che ancora hanno da ridire sulla nostra storia, dovrebbero capire che è arrivato il momento di tacere.
Credo di non essermi mai sentita tanto bella: i capelli erano esattamente come li volevo, il trucco leggero e naturale, indossavo un vestito di cui mi sono innamorata al primo sguardo e nel quale mi sono sentita a mio agio da subito. Ero sempre io, ma mi sentivo speciale.
A distanza di quasi un mese ogni immagine è perfettamente nitida e cristallina: credo davvero sia stato il giorno più bello della mia vita. E Credo di non aver mai amato tanto Luca come quel 9 luglio e credo che non smetterò mai.

3 luglio 2011

Ho perso le parole.

Niente. Questo post non riesco a scriverlo.
Sabato mi sposo e non riesco a trovare le parole per spiegarvi quello che mi passa per la testa.
Posso battere sulla tastiera parole come felicità, emozione, soddisfazione. Potrei affrontare il tutto come l'inizio di una nuova avventura e parlarvi di progetti. Oppure realizzare che si chiude un capitolo della mia vita e tentare di fare un bilancio.
Ma tutto questo lo potete trovare senza difficoltà nella pubblicità della Barilla o in un film di Hugh Grant e Julia Roberts.
Io vorrei spiegarvi quello che davvero mi passa per la testa. Ma proprio non ci riesco.
Mi sento una bambina che non trova le parole, perché non le ha ancora imparate. Direi che è un bel problema, considerato che dovremo fare un discorso, suppongo.
Che i postumi del mio addio al nubilato siano con voi.



P.S. Ho delle amiche che... ♡

9 giugno 2011

Meno. Un. Mese.

Tra un mese esatto,
(non ancora a quest'ora perché noi siamo pigroni e abbiamo deciso per il pomeriggio),
ci sposiamo.
Questi sette anni insieme sono volati 
e sono stati senza dubbio i più belli, intensi e felici della mia vita.
Non vedo l'ora di iniziare questa nuova avventura.

(La nostra prima vacanza insieme,
Barcellona, agosto 2004)


11 aprile 2011

Son ragazzi...

Post sempre più telegrafico, ma so che farò contento qualcuno.


E  niente. Mentre io interrogavo di storia quattro malcapitati sull'Illuminismo e la rivoluzione industriale, una loro compagna si prodigava in cotanta dimostrazione d'arte e talento.
Inutile che vi dica chi sono quei due tizi tutti occhi e bocca larga. Però siamo un sacco felici.
O almeno lo eravamo fino a quando la campanella non è suonata e prima di cancellare la lavagna la situazione è degenerata. Prima a Luca, poi a me, sono spuntati due beille paia di corna in blu; per non parlare di Cupido a cui invece è spuntato qualcos'altro.

Normale routine, insomma. 
Anche quando l'ora successiva, in prima, mi hanno detto che gli eretici sono quelli che non riescono ad andare in bagno. E me l'hanno detto DOPO aver ascoltato tutta la spiegazione sulla crociata contro gli Albigesi. Quindi devo dedurre che, secondo loro, era normale che la Chiesa se la prendesse, e non poco, con un gruppo di persone solo perché avevano l'intestino pigro.
Ogni volta ho paura a chiedere "Avete capito...?" o "Sapete cosa vuol dire...?".
Molta paura.

3 aprile 2011

Update.

Ok, devo avvisarvi: sono tra noi.
Potrebbero essere qui proprio ora, mentre state leggendo. 
I miei alunni della II.

Mi hanno scoperta, mi leggono e, attenzione attenzione, quei piccoli malvagi dodicenni, commentano anche (post precedente). E che commento, aggiungerei. Trattasi di una simpatica canzoncina inventata in onore di Mao e di un soldino di cioccolato - ancora incartato, ovvio - leccato dal mio bel gattino mentre io studiavo, quindi nascosto nel mio astuccio e prontamente scoperto dai sopracitati dodicenni:



Va beh. A parte questa emozionante novità, qui tutto procede as usual.
Lavoro. Studio. Preparativi. Pulizie. Studio. Lavoro. Preparativi. Studio. E bon. Degni di nota:
✔ Ho riprovato il vestito ed è stato più emozionante della prima volta. Forse perché era ottobre, invece ora mancano tre mesi e tutto diventa più reale.
✔ Avevo trovato delle scarpe splendide in uno dei pochi negozi splendidi di Aosta. Peccato che sia talmente splendido che entrata lì dentro mi sono sentita assolutamente inadeguata. Mentre io provavo dei fantasitici trampoli color magenta, spuntati e con plateau, per i quali avrei dovuto accendere un mutuo o in alternativa rubare la pensione della mia amatissima nonna, la commessa tastava le cosce di una cliente quarantenne elogiando la totale mancanza di cellulite. Ho avuto paura che venisse a controllare anche la mia pedicure. Volavano anche le sberle, poi.
Le scarpe comunque erano divine.
✔ Abbiamo scelto le fedi. Non vedo l'oraaaa ♡
✔ La mia amatissima nonna di cui sopra mi ha inaspettatamente donato una piccola somma di denaro (che espressione orribile, per altro), che io ho saggiamente impiegato non per comprarmi i trampoli di cui sopra, non per una borsa che ho visto nell'altro negozio splendido di Aosta (dove posso entrare tranquilla, non praticano il controllo delle condizioni fisiche ed estetiche delle clienti), ma bensì per pagare una parte del secondo round di tasse universitarie, cifra che ammonta a 1.762,00 euro. E chissene se non frequento, e chissene se si tratta di una seconda laurea, e chissene se non sono più nello stato di famiglia coi miei e quindi il mio reddito risulta quello di una pezzente, io la rata la pago tuuuuutta intera. Tutta tutta. Che culo, eh?

Concludo questo inutile aggiornamento sulla mia noiosissima vita con queste foto (visto che le precedenti sono state molto apprezzate). E comunque non è come sembra, lui mi vuole bene e ama mooolto farsi coccolare da me. 

21 marzo 2011

L'amore è...

...inserire nel menù di nozze, proprio quei cosi terribili che sono al numero uno della top ten non solo de "Le cose che non vorresti mai mangiare al tuo matrimonio", ma anche de "Le cose che non vorresti mai mangiare e basta". 
Ovvero, quei piccoli, viscidi, odorosi, mollicci amici del sottobosco: i fuuunghi. 


Se non è ammòre questo, io allora non lo so.

2 marzo 2011

Iceland #7

Il viaggio di nozze finalmente è prenotato.
Avendo deciso che sarà questa la nostra lista nozze, dobbiamo portare in agenzia un album su cui, chi lascia una quota per il viaggio, può scrivere un messaggio di auguri o anche solo fare una firma. 
Dopo una breve consultazione, io e Luca abbiamo deciso di affidarci alla Apple. Ovvero.
iphoto permette di creare album fotografici per ogni occasione: più o meno informali, svariati temi, modelli e colori.
Abbiamo ovviamente scelto il tema del viaggio e abbiamo pensato di sostituire gli spazi dove solitamente si inseriscono le foto, con un pennello di photoshop che riproducesse le righe di un quaderno. Ogni due pagine, tra un riquadro per gli auguri e un altro, ci è scappata qualche nostra fotografia. In prima pagina, invece, abbiamo scelto alcune frasi che rappresentassero per noi la nostra storia.
Ecco la prima (scelta da Luca):
"E' vero. Questa è la cosa più giusta che hai detto, perché lei era tutto. Primo, costituiva una certezza attorno alla quale tutto girava, una certezza di libertà e un senso di sicurezza. E' stata quello che il grande poeta bengalese che cito sempre è riuscito così bene a descrivere, il palo al quale l'elefante si fa legare con un filo di seta.  Se l'elefante dà uno strattone può scappare quando vuole, ma non lo tira. Ha scelto di essere legato con un filo di seta a quel palo.  Questa scelta l'ho fatta che ero giovanissimo, avevo diciotto anni, e questa scelta è stata il grande, grande punto fermo della mia vita.". (Tiziano Terzani)

Questa invece quella che ho scelto io:
"Non certo la necessità, bensì il caso è pieno di magia. Se l’amore deve essere indimenticabile, fin dal primo istante devono posarsi su di esso le coincidenze [...]. Sono state forse quelle poche coincidenze a mettere in moto il suo amore e a diventare fonte di un'energia che essa non esaurirà fino alla fine della sua vita.". (Milan Kundera)
Domani lo porterò in agenzia... e anche questo tassello è stato messo al proprio posto.
(Cliccando sulle foto credo si possano vedere ingradite).

26 febbraio 2011

Il tè delle cinque.


Al telefono con la mia migliore amica:
Vale - "Dobbiamo vederci per parlare del tuo addio al nubilato".
A - "Si, lo so...".
V - "Devi darmi l'elenco delle tue amiche invitate, chi vuoi che ci sia.".
A - "Si, va bene...".
V - [con tono malizioso] "E poi ci penso io, non preoccuparti!".
A - "Lo sai che non vado pazza per queste cose, non voglio niente di stravagante ed eccessivo...".
V - "Si, lo so.".
A - "...mi basta passare un po' di tempo con voi, farci due risate..."
V - "Si, va bene.".
A - [con tono provocatorio] "...sono vecchia dentro, lo sai!".
V - [sulla difensiva] "Io non l'ho mai detto!".
A - "Si, l'hai fatto.".
V -"Forse...l'ho detto di qualche tuo cappotto...".
A - "Per dire. E i miei occhiali da sole?".
V - "Quelli con la montatura tartarugata e le lenti sfumate? Quelli sono troppo da vecchia!".
A - "Ecco, vedi.".
V - "Beh, anche certi orecchini che hai...da sciura milanese in vacanza a Courmayeur".
A - "...".
V - "Si, in effetti si...sei vecchia dentro".
A - "Perfetto, allora siamo d'accordo. Come addio al nubilato che ne dici di un tè alle cinque?".
V - TU -TU-TU-TU-TU-TU-TU-TU...
A - "Vale?".

23 febbraio 2011

Di noi tre.


Che cos'hanno in comune queste tre ragazze?
Beh, per cominciare, sono belle. È chiaro come il sole di notte.
Hanno tra i 25 e i 30 anni (mi sono tenuta larga, sia chiaro).
Ognuna di loro ha un blog: un microcosmo nel quale esprimere...qualsiasi cosa. Si spazia dalla riflessione seria, alla recensione di un film o di un libro, a piccoli sfoghi quotidiani. (Quello di Iaia lo trovate qui, quello di Lisa qui).
Tutte e tre amano leggere, amano la musica, amano viaggiare e la moda. (Attenzione! Non sono fashon blogger, lungi da loro).
Tra una cosa e l'altra, si può dire che sia qualche anno che queste tre fanciulle si "conoscono". Le virgolette sono d'obbligo. O meglio, per chi vive la situazione da fuori di sicuro lo sono. Ci siamo conosciute qui, sui nostri blog. Abbiamo cominciato a leggerci reciprocamente. All'inizio forse in modo silenzioso, non partecipe. Passata la diffidenza iniziale, abbiamo cominciato a lasciare dei commenti. Spesso però per quello che avevamo da dire un commento non era sufficiente. A volte, era troppo privato perché venisse lasciato lì, in mezzo alle opinioni di altri blogger. E allora ci siamo mandate delle mail, ci siamo sentite per messaggio, blackberry messenger, twitter, whatsapp e videochiamate su skype.  Insomma, abbiamo sfruttato tutto quello che la tecnologia ha da offririci. A volte, ci siamo quasi sfiorate e incrociate. Ma alla fine...no, mai incontrate.

Una è bionda, l'altra è mora, l'altra ancora è un'indefinita via di mezzo.
Una è senz'altro alta, le altre due credo siano più o meno uguali (e quindi più basse, ça va sans dire).
Tutte e tre hanno un gatto, non poteva essere altrimenti.

Guardatele bene.
Una di loro a luglio si sposa e le altre due pazze hanno deciso di esserci (maledette, voi avete già visto il vestito, non sarà più una sorpresa!).

Non riesco a immaginare quanto sarà bello girarmi e incrociare il loro sguardo, rispondere con un sorriso a un loro sorriso, abbracciarle per davvero, non come abbiamo fatto tante volte virtualmente.
Quando ho iniziato a scrivere questo blog non avrei mai pensato di poter trovare dall'altra parte dello schermo qualcuno che avrei potuto definire Amica. Loro lo sono, in un modo specialissimo.
Un motivo in più per aspettare luglio con impazienza.

17 febbraio 2011

Per me è importante.

...viaggiare io e te
con la stessa valigia in due
dividendo tutto sempre.
Normalmente.... 

(Guardate tutte le spettacolari e spesso ironiche foto di Johannes Eiriksson qui)

Islanda.
Strada, terra, cielo
Viaggio di nozze, 
(nonostante i continui sopraccigli corrugati)
prenotato.
♡♡♡

1 febbraio 2011

2+2=5

Io, insegnante di lettere, amante delle lingue, divoratrice di libri, lettrice e scrittrice precoce grazie al mio fratellone che mi insegnò a scrivere ben prima di aver varcato la soglia della scuola elementare... 
Ma anche io, figlia di un'insegnante di matematica e quasimoglie di un architetto.
Io, non so usare i numeri.
All'esame di maturità scientifica mi sono portata a casa un onestissimo 10/15, contro un - machevelodicoafare - 15/15 di italiano. Quel giorno mi sono ripromessa che mai più avrei ceduto alle lusinghe degli integrali, al fascino degli studi di funzione, allo sguardo ammiccante di Pitagora; mai più mi sarei fatta coinvolgere da un'iperbole equilatera riferita agli asintoti, basta con i pomeriggi scapestrati insieme a quei tre amici che ti portano sulla cattiva strada, Seno Coseno e Tangente. Ho rimosso qualsiasi nozione acquisita negli anni del liceo. A dire il vero,in parte anche, in quelli delle medie.
Ho mantenuto fede alla mia promessa e lascio che si occupino di numeri coloro che lo sanno fare.
Eppure sta notte io non dormivo e pensavo ai numeri. Non a dei numeri a caso, mica sono cretina.
Pensavo a colui che mi dormiva accanto e alla nostra storia.
Pensavo che a giugno saranno 11 anni che ci conosciamo.
Ricordo con esattezza il pomeriggio in cui io e le mie amiche abbiamo conosciuto lui e il suo gruppo di amici. Lo ricordo perché era appena finita la scuola, era giugno, c'era stata una festa a casa di una mia compagna di classe. Una festa nella quale avevo riposto grande aspettative. Il mio cuore, più che altro. Andò male. Il giorno successivo ero delusa, amareggiata, arrabbiata, tristissima. Fu quel pomeriggio che ci conoscemmo. Aveva una maglietta verde e dei pantaloncini beige. No, non lo ricordo perché fu un colpo di fulmine, ma perché la maglietta era particolarmente brutta.
Sta notte, pensavo anche che a febbraio sono 9 anni che ci siamo innamorati.
Senza entrare nello specifico, accadde all'improvviso. Da un giorno all'altro, da un'ora all'altra. Anzi, credo di ricordarmi proprio l'istante preciso. Fu come se all'improvviso qualcuno avesse acceso la luce: da quel momento ho finalmente cominciato a vedere. 
E poi e ho pensato che a maggio saranno 7 anni che stiamo insieme. Per noi non vale la frasettina "tra alti e bassi". No. Ci sono giornate no, certo. Ci sono stati periodi difficili, ovvio. Ma non per noi insieme. Noi non abbiamo smesso di tenerci per mano mai, non abbiamo dubitato, esitato, vacillato mai.

Questi tre numeri mi ronzavano in testa. L'11, il 9, il 7.
Come ho fatto a non accorgermene prima?
Formano una data: il 9/7/11. Formano La Data.
E pensare che fino a qualche mese fa questa data non mi convinceva per niente. 

Continuo a non essere la regina dei numeri, ma di sicuro continuo ad essere una curiosa ricercatrice di significati nascosti e magiche coincidenze.

17 gennaio 2011

Guest list

Ieri sera l'abbiamo fatto.
Abbiamo finalmente tirato giù la lista definitiva degli invitati. Alcune precisazioni:
- le liste sono in realtà due: quella che prevede anche l'invito al ristorante e quella per la cerimonia. La lista degli scontenti sarà all'incirca un terzo della somma delle due liste precedente. Se non la metà. E' la prima regola del matrimonio: non puoi accontentare tutti. Se ne faranno una ragione, presumo. E se non se la faranno, forse, non dovevano comparire da principio su nessuna delle due liste. Per dire, eh.
- definitiva sta gran cippa: sta notte ho già cambiato idea su solo sei persone che sono state declassate da "invitati alla cerimonia+ristorante" a "invitati alla cerimona, punto". Se ne faranno una ragione, presumo. E se no, vedasi punto precedente.

La vera lista degli invitati che vorrei poter fare è un'altra.
France (Prešeren), Paulo (Coehlo), Andrea (De Carlo), Luciano (Ligabue), Brian (Molko), Michael (Stipe), Yann (Tiersen), Carlo (Godano) con gli altri Marlene, Billy (Corgan), Robert (Doisneau), Nazim (Hikmet), Jonathan (Safran Foer), Jonsi e i Sigur Ros, Serj (Tankian), Tim (Burton), l'agente speciale Dale Cooper insieme a Laura Palmer a tutti gli altri abitanti di Twin Peaks, Francesco (Guccini), Carmen (Consoli), Matthew (Bellamy) e gli altri Muse, Damien (Rice), Tom (Yorke) e gli altri Radiohead, Robert (Smith), Federico (Zampaglione), Keith (Haring), Tiziano (Terzani), David (Grossman), Goran (Bregovic), Andy (Warhol), Banana (Yoshimoto), Woody (Allen), Eminem, i No Use For a Name, Maria (De Filippi) (no, non è vero, ma volevo vedere se li state leggendo tutti o no), Milan (Kundera), Alessandro (Baricco), gli mvrdv ('na testa tanta...), Chicco (Mentana), Ruggero (dai cazzo), Fabrizio (Frizzi), Natalie (Portman), Jean (Reno, ma solo nei panni di Leonseiunsicario) e tuuutti quelli che mi sono dimenticata.

17 dicembre 2010

The Couple.

Cercando sul web spunti per il tableau del matrimonio mi sono imbattuta in svariati temi, come quello delle coppie celebri. Certo, è carino che gli sposi trovino la coppia che li rappresenti meglio e che chiamino così il loro tavolo...ma tutti gli altri? Insomma, l'idea non mi ha convinta. Ho cercato però di immaginare comunque quale coppia mi piacerebbe per il nostro tavolo. Tra le coppie presenti nel tableau c'erano loro:



Cioè, mica pizza e fichi.
Johnny e Kate.
Esticazzi. Bellissimi, fuori di testa, magnetici. Mentre cercavo le foto per questo post ero tentata di salvarle tutte (la mia preferita è in assoluto questa del letto, che quel vaccone di Lindsay Lohan è riuscita a rendere volgarissima in una sua recente reinterpretazione).

E alla fine forse la coppia che sento ci rappresenti meglio sono loro:

Che poi, per dire, neanche loro pizza e fichi. Però mi sembrano un po' più umani e meno rasenti il livello di divinità. Lei, anzi, mi è sempre stata un pochetto antipatica, a causa di quel suo lungo e straziante discorso quando ritirò l'Oscar (che forse avrei fatto tale e quale). Per non parlare di quell' impressione che mi da: quella di avere sempre una scopa nel culo (che temo sia proprio quella che ha la gente quando mi vede).

Lui invece mi sembra sempre così pacato e tranquillo, in tuta, imperturbabile, sereno, sorridente. Lei sempre l'aria truce e lui pronto a dirle "Take it easy!". Non so, forse mi sono venuti in mente loro perché in questo periodo è così che ci vedo: io tesa e lui (che ben inteso, avrebbe tutti i suoi motivi per essere ben più teso di me), pronto a sorridere e rassicurarmi, a stringermi un braccio attorno al collo e proteggermi.



♡♡♡

15 novembre 2010

It's the final countdown...

♪♩♩♪ ♩♪ ♪ parapara...parappappapà...parapara...parappappapapapaaaaparapaaa....♩♪ ♩♪ ♩♪ ♩♪

Ok. Mi sono fatta prendere.
Era solo per farvi notare che ho messo il conto alla rovescia per il matrimonio.
Vogliatemi bene lo stesso. Sono solo innamorata, mielosa e sdolcinata.
E dubbiosa. Quando chiedo a Luca se 236 sono tanti o pochi, lui risponde pochi.
E quindi sono anche nella merda.
Sono tanti o pochi?
Il comune è prenotato e il vestito ce l'ho. Io direi che siamo a posto così.

♫♫♫♩♩

3 novembre 2010

Del matrimonio #2


Da qualche anno l'idea del matrimonio ci accompagnava come una simpatica nuvoletta sopra le nostre teste. Come sempre è stato impossibile mettere un freno alla mia immaginazione che negli anni ha elaborato, modificato, riabilitato migliaia di dettagli precisissimi riguardo al grande evento.
Risolta la questione vestito,  che credo sia per la maggior parte delle spose un vero tasto dolente, abbiamo avuto per mesi il problema della data. Ovviamente, avevo le idee chiarissime:

✔ adoro i numeri pari, quelli dispari hanno un che di sinistro. Giorno, mese e anno dovranno essere assolutamente pari.

✔ non mi sposerò mai in uno dei mesi "tipici" da matrimonio: quindi banditi maggio, giugno, luglio e agosto. Primavera e autunno (oh, autunno my love) sono i più papabili.

✔ se ci sposassimo in un giorno di festa nazionale potremmo sempre festeggiare stando insieme e non andando a lavorare. Ottimi quindi il sabato 1° maggio 2010 (ormai ce lo siamo giocati) e il sabato 2 giugno 2012 (questo per rimanere coerente con l'anno pari, ma assolutamente contraddittorio per quanto riguarda il discorso dei mesi più gettonati. Inoltre 2/6/12 è bellissimo, perché 2x6 fa 12. Gongolo.).

C'erano sicuramente altri "paletti" che ho rimosso, anche perchè la scelta della data è durata per dei mesi. Ancora prima di annunciare la nostra decisione a parenti ed amici, abbiamo provato decine e decine di combinazioni possibili: sembra stupido, davvero, ma al momento di decidere spuntano come funghi variabili che mai avevi tenuto in considerazione (in parte perché effettivamente assurde, in parte perché sono stata bandita dal Regno del Senso Pratico: mi concentro sulla perfezione di un numero pari e non considero il fatto che sposarsi in autunno in Valle d'Aosta non è proprio garanzia di bel tempo).

Alla fine ce l'abbiamo fatta: habemus datam*.
Il nove luglio duemilaundici. Devo scriverlo anche in cifre? No, dai.
Ok.

9/7/11.
Il Festival del numero dispari.
Luglio.
Nessuna festa nazionale (la vittoria dell'Italia ai mondiali del 2006 mi dicono non contare come tale). 
 
P.S.
Lungo la strada per andare in municipio a bloccare la data - si, mi prendo per tempo io - ho chiamato Luca assalita da un dubbio che non avevamo sviscerato insieme.
- Ma se mi dicono che la settimana del 9 la sala è già occupata? (Mi aspettavo un "Quella prima o quella dopo sono dei compromessi accettabili", stupida me).
- Allora niente.
- 0.o

* su segnalazione di Sapientino, correggo il mio pessimo latino. Mea culpa ;)

22 ottobre 2010

Del matrimonio #1


Piccole cose che ho imparato in questo primo mese e mezzo da "promessa sposa":
quando decidete di comunicare a parenti e amici che vi sposate, non perdete tempo ad immaginare le loro reazioni. Un buon 90% vi sorprenderà. Tra le migliori reazioni si ricordano:
    - al terzo posto: "Ahahah!! Avete sempre voglia di scherzare!". Va bene, ci ha fatto ridere. Ma quando devi assumere un'aria serissima e giurare e spergiurare per convincere la persona che hai davanti, non fa più tanto ridere.
    - al secondo posto: il silenzio. Non una parola. Imperturbabile, inequivocabile, innaturale silenzio. Tipo 24/28 ore di rumore alcuno.
    - al primo posto: "Eccheccazzo!". Il disappunto nasce dall'impossibilità di prenotare le ferie per il mese in cui abbiamo deciso la fatidica data. Nessuno ti obbliga a venire, sallo.
(Ovviamente la storia delle reazioni inaspettate funziona anche al contrario: ringrazio quindi di cuore chi, vicino e lontanto, mi ha fatto sentire il proprio affetto, la propria commozione e il proprio entusiasmo). 

✔ Mai dire mai. Del tipo: non faremo MAI le bomboniere. Non avremo MAI troppi invitati. Non metterò MAI un vestito da sposa. Ecco, per quanto riguarda soprattutto l'ultimo punto, evitate di ammorbare tutti quelli che ve lo chiedono con la storia "Nel vestito da sposa non mi sentirei a mio agio", "Non mi sposo in chiesa, l'abito classico mi sembra troppo per il municipio", "Voglio un vestito che poi posso rindossare". Cazzate. Quando meno ve lo aspettate passerete di fronte ad una vetrina e vi innamorerete di un vestito da sposa di quelli che fino a un minuto prima avreste dichiarato "AboVVo!". E lo comprerete. A dieci mesi dal matrimonio. Folli o geniali, lo scopriremo solo vivendo.

✔ Se decidete di fare un viaggio di nozze che non sia la pallosissima settimana alle Maldive o nella Polinesia francese (con tutto il rispetto e vattelapesca), preparatevi: la persona di fronte a voi avrà la faccia di quello che ha visto il treno partire. Se poi questa persona è vostra madre, è altamente probabile che quell'espressione non se ne andrà mai. Sapevatelo.(Inoltre, il prossimo che mi dice "Ma in Islanda fa freddo" gli infilo un ghiacciolo nel culo. Allora sentirai che freddo.).

Prevedo aggiornamenti. Stay tuned :)

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